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Polemiche a Montesilvano fra Comune e opposizione sulla chiusura del distaccamento comunale del Colle

La polemica è stata sollevata dalla consigliera comunale del Pd Romina di Costanzo che critica la decisione dell'amministrazione De Martinis di chiudere il distaccamento comunale a Montesilvano Colle

No alla chiusura del distaccamento comunale a Montesilvano Colle. A dirlo la consigliera comunale del Pd Romina Di Costanzo, che attacca l'amministazione De Martinis che avrebbe intenzione di chiudere la sede per problemi organizzativi legati al personale. Secondo la Di Costanzo, si tratta di una scelta sbagliata quando dovrebbe invece essere valorizzato quel presidio pubblico, che ha una storia di quasi un secolo:

"Dopo quasi un secolo, viene cancellata una delegazione municipale che si è insediata nel borgo antico nel lontano 1926, quando con un blitz fascista, la sede del Municipio fu trasferita alla marina, conservando tuttavia un distacco nella sede originaria, per evitare traumi e conflitti. Da allora la delegazione è rimasta un luogo funzionale al disbrigo delle pratiche relative allo stato civile ed all’anagrafe, all’erogazione dei presidi legati alla raccolta differenziata e soprattutto un punto di riferimento per gli anziani del borgo ed ha custodito parte della documentazione antica, tra cui i primi registri anagrafici e di stato civile, le deliberazioni del podestà, del Consiglio e della Giunta dal 1939 al 1964.

Piuttosto che chiudere sarebbe il caso invece valorizzare questo patrimonio, dando non solo continuità alla funzionalità di erogazione di alcuni servizi ma realizzando un archivio storico-testimoniale, importante per le origini del nostro insediamento urbano.

Negli anni la delegazione ha cambiato sede, mantenendo però integra la sua funzionalità; prima in uno stabile di C.so Vittorio Emanuele II, fu sede di riunioni di giunta con l’allora sindaco Gallerati, il sabato di ricevimento cittadino per i Sindaci di tutte le amministrazioni che si sono succedute, sede del vigile di quartiere, di celebrazioni matrimoniali e acquisì ulteriore centralità durante l’amministrazione Maragno che ne trasferì la sede in posizione baricentrica su piazza Calabresi."

Secondo la Di Costanzo, le motivazioni dell'amministrazione De Martinis non sono accettabili, anche se in passato un incaricato dell'ente comunale in maniera volontaria aveva deciso di mantenere i servizi aperti.

"Mi meraviglio tra l’altro che questa scelta arrivi proprio dall’amministrazione che più delle altre si è strappata le vesti nel ribadire la sua contrarietà al processo di fusione, in nome di una cancellazione identitaria delle sue radici. La cancellazione della storia di un luogo non si realizza affatto con aggregazione dello stesso in un ambito urbano più grande, bensì con interventi di questo tipo, che cancellano con una delibera un secolo di storia e il senso di appartenenza e di identità di una comunità. I luoghi acquistano un significato che va ben oltre lo spazio circoscritto e la comunità che lo abita, che comunque verrebbe privata di un punto di riferimento fondamentale. Anche se si restringe il campo al luogo fisico che è oggetto della storia locale, la memoria individuale e collettiva, associata al luogo, ci conserva traccia di tutti i nodi, i conflitti e la complessità che hanno segnato la storia di Montesilvano."

La replica del Comune

Secca la replica del consigliere comunale Danilo Palumbo che rivendica la richiesta di chiusura, spiegando di essere residente a Montesilvano Colle e le motivazioni di questa decisione ed attaccando la Di Costanzo che non conoscerebbe i reali servizi e soprattutto la reale frequentazione della delegazione comunale:

“Sono stato io il promotore della chiusura dei locali comunali del Colle e la collega ha dimostrato con le sue accuse sconsiderate di non tenere conto dei tempi che stiamo vivendo, ma soprattutto di non conoscere le attività che si svolgevano. Da buon padre di famiglie e come consigliere comunale che ha sempre vissuto al Colle mi sono fatto portavoce della chiusura della delegazione comunale visto che il Comune spendeva circa 9mila euro l’anno per un ufficio costantemente chiuso e frequentato solo da pochi anziani durante il pomeriggio. Inoltre,  a causa del personale insufficiente i locali erano aperti solo due giorni a settimana, considerando che i servizi anagrafici ormai sono tutti informatizzati. In questo periodo storico in cui l’amministrazione comunale pensa a risparmiare denaro pubblico, la consigliera Di Costanzo si preoccupa dell’attività di una delegazione, la cui funzione negli ultimi anni è stata inesistente, e soprattutto costata al Comune 700 euro al mese, che sommate per dieci anni sono una bella cifra."

Palumbo poi spiega che l'impiegato comunale, quando presente, non poteva nemmeno rilasciare i certificati dell'anagrafe mentre gli anziani avevano scambiato la delegazione per un bar riscaldato a spese del Comune, quando a poca distanza esiste un centro anziani comunale:

"Non ha senso spendere quei soldi, è solo uno sperpero di denaro pubblico, ma questo la collega Di Costanzo lo ignora, continuando a fare solo una becera demagogia"

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