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Gioielli, orologi di lusso e 62mila euro nascosti nei giocattoli dei figli: indagata per truffa coppia di Montesilvano

L'indagine è partita dalle querele presentate dalle vittime con il "bottino" trovato e sequestrato dagli agenti della squadra mobile: si sarebbero spacciati per dipendenti pubblici per farsi versare fantomatici rimborsi

Un vero tesoretto quello che avevano messo da parte, peccato che a quanto pare sarebbe del bottino di una truffa attuata ai danni di diversi cittadini di Pescara e provincia. A finire dei guai una coppia nella cui abitazione di Montesilvano gli agenti della squadra mobile, a seguito di una perquisizione, hanno trovato e sequestrato 62mila euro in contanti, gioielli e orologi di lusso nascosti nei giocattoli dei figli, a fronte della totale assenza di redditi dichiarati dai due. A far partire le indagini una serie di querele presentate dalle vittime del raggiro.

Gioielli, orologi e 62mila euro contanti: il "bottino" della coppia indagata per truffa rinvenuto dalla polizia

Per quanto riguarda il denaro questo sarebbe riconducibile, secondo gli inquirenti, ad un vero e proprio schema di truffa messo in atto dai due con complici che avrebbero avuto ruoli secondari. Uno schema ripetuto che sarebbe consistito nel chiamare telefonicamente spacciandosi per operatori dell'Inps, delle Poste o di altri enti pubblici, sostenendo che i malcapitati dovevano sostenere spese di rimborso o comunque dovevano versare una somma agli enti stessi.

Le vittime convinte di dover versare quella somma, venivano quindi guidate nell’effettuazione di una procedura presso uno sportello bancomat per l'accredito di importi di diverse migliaia di euro su carte postepay nella disponibilità dei truffatori, ma non a loro formalmente riconducibili.

Sarebbero quindi state diverse le truffe messe in atto dalla coppia di indagati seguendo questo schema consentendogli di intascare migliaia di euro.

I contanti, gli orologi ed i gioielli, come detto, erano nascosti in calzini riposti all’interno di giocattoli appartenenti ai figli dei due: una macchinina ed un cavalluccio. Sono in corso gli accertamenti per determinare la provenienza degli oggetti preziosi.

L'occasione per la polizia per ricordare a tutti che gli enti pubblici e quelli che garantiscono servizi di primaria utilità quali fornitura di energia o gas non richiedono telefonicamente dati personali, né tantomeno danno indicazioni su procedure di accredito di somme da rimborsare. L'invito è a diffidare di chi telefonicamente chiede di fare operazioni economiche a nome di uno di questi e di segnalare ogni contatto sospetto ai numeri di emergenza.

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