Sale la rabbia dei commercianti di corso Umberto a Montesilvano: "Qui non si ferma più nessuno"
L'associazione commercianti "Montesilvano nel Cuore" si appella alle istituzioni cittadine e minaccia azioni di protesta. I negozianti chiedono azioni di rilancio e meno semafori killer
Le attività commerciali presenti nel tratto a nord di corso Umberto, quello che va da viale Europa all'ex complesso Monti, stanno risentendo più degli altri della crisi economica. Secondo l'associazione "Montesilvano nel Cuore" il motivo è riconducibile alla mancanza di un vero e proprio centro cittadino, inteso come fulcro del commercio e dello shopping. Ad aggravare ulteriormente la situazione è anche il traffico di auto e mezzi pesanti che resta difficile da decongestionare.
CAOS TRAFFICO, CONFESERCENTI SUL PIEDE DI GUERRA
Alle proteste dei negozianti, il Comune risponde con l'installazione di nuovi semafori T-Red al posto di opere necessarie per restituire decoro nella zona. Questa almeno è l'accusa che viene mossa all'amministrazione comunale.
"Nel corso degli anni, la nostra Associazione di commercianti, ha tentato più volte di aprire un dialogo costruttivo con gli amministratori eletti ma ci siamo resi conto, visto il risultato, che la nostra disponibilità al dialogo e all’azione, alcune volte anche critica, è stata interpretata erroneamente come una sorta di opposizione politica e non come un valido supporto alle buone pratiche amministrative legate al rilancio del commercio nella città".
Gli esercenti prendono come esempio via Roma, la cui riqualificazione disarticolata dal contesto urbano non ha portato alcun beneficio.
"Tante mostre proposte sono rimaste inascoltate, dal piano insegne alla delocalizzazione dei cassonetti dei rifiuti, per non parlare dei nostri suggerimenti per una viabilità più fluida e del totale abbandono di questa area che riscontriamo da diversi anni. Le ultime dichiarazioni riguardanti l’installazione di semafori trappole su Corso Umberto, hanno creato forti malumori. In molti sono rimasti basiti perché così facendo si vuole continuare a far cassa sulle spalle dei cittadini, intesi in questo caso come potenziali nostri clienti".
Non è escluso che nei prossimi giorni possano essere intraprese azioni di protesta, con lo spegnimento di luci e insegne, cortei e petizioni per salvare da morte certa il commercio cittadino.