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Cronaca

Mascherine sequestrate dalla gdf, la replica di una delle aziende coinvolte

Dopo il nostro articolo sul sequestro di 21mila mascherine operato dalla guardia di finanza di Pescara, la Baldo Promotion srl ci ha inviato alcune precisazioni che pubblichiamo qui di seguito

Dopo il nostro articolo sul sequestro di 21mila mascherine operato dalla gdf di Pescara, e derivante da una dettagliata nota diffusa dal comando provinciale della guardia di finanza, la Baldo Promotion srl precisa quanto segue:

"Il modello di mascherina oggetto del provvisorio sequestro resta tuttora lecitamente prodotto e distribuito pur senza marchio Ce. Peraltro nell'articolo si fa riferimento anche ad altro materiale e ad altre mascherine che nulla hanno a che vedere con le mascherine da noi distribuite, che sono esclusivamente quelle in poliuretano. Tre sono le note dolenti dell'articolo:

innanzitutto, la cosa estremamente grave si rinviene già nel titolo, nel quale si dichiarano le mascherine come “non sicure”. In realtà la sicurezza del prodotto non è assolutamente in discussione e non è stata contestata neanche dalla Guardia di Finanza, che si sta limitando ad effettuare accertamenti sulla regolarità delle procedure che hanno portato all'apposizione del marchio Ce, mentre nessuna ipotesi di reato è stata contestata con riferimento a eventuali (e di fatto insussistenti) rischi per la sicurezza.

Tant'è che la stessa Guardia di Finanza ha consentito, come detto, di continuare a produrre e distribuire le medesime mascherine, semplicemente rimuovendo, fino alla conclusione delle indagini, il solo marchio Ce. La sicurezza delle mascherine in oggetto, peraltro, è stata validata e certificata dalla Asl, in una comunicazione esibita agli agenti della Guardia di Finanza in sede di ispezione.

L'articolo inoltre fa riferimento a un importatore, quando in realtà le mascherine sono prodotte in territorio italiano, fra Pescara e Montesilvano, realizzato con materiale certificato prodotto in Italia (anche la certificazione di qualità del materiale è stata esibita in sede di controlli), e distribuite sempre in Italia dalla Baldo Promotion srl. Trattasi di un prodotto la cui commercializzazione, come accennato, sta consentendo la sopravvivenza, in questo tragico momento storico, di numerose imprese del territorio abruzzese e tale sopravvivenza rischia di essere seriamente compromessa dalla diffusione di informazioni errate e screditanti.

In terzo luogo, va detto che nessuna condotta ingannevole è stata messa in atto e l'articolo contestato riporta un'affermazione fuorviante laddove sostiene che le mascherine “erano prive della prevista certificazione, non essendo mai stata conseguita dal produttore e dall’importatore... traendo, in tal modo, in inganno gli ignari consumatori, convinti di acquistare veri e propri dispositivi di protezione individuale efficaci, nonché recanti la marcatura “Ce”, mentre in realtà compravano dei semplici “copri bocca””.

Sul punto, ribadito che non esistono importatori del prodotto, è doveroso precisare che:

a- la disciplina europea che consente l'apposizione del marchio Ce non prevede il conseguimento di una “prevista certificazione”, ma solo l'adempimento di una serie di procedure, anche di carattere tecnico, che nella fattispecie sono state effettuate e documentate dal produttore alla Guardia di Finanza, la quale al momento le sta esaminando e con ogni probabilità ne confermerà la validità;

b- nessun consumatore è stato tratto in inganno, atteso che il prodotto continua ad essere venduto lecitamente pur senza il marchio Ce, ai sensi dell’art. 16 del D.L. 17 marzo 2020, n.18 (“Decreto Cura Italia”) e la sua efficacia non è in contestazione.

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