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Cronaca

Mal'aria 2015, peggiora la qualità dell'aria a Pescara

Stando al dossier di Legambiente, nel 2014 la nostra città si colloca al 27esimo posto della classifica. Si contano 43 giorni di superamento del limite per il PM10

Peggiora la qualita' dell'aria a Pescara. Stando infatti al dossier "Mal'aria 2015" di Legambiente, nel 2014 la nostra città si colloca al 27esimo posto della classifica dei capoluoghi di provincia in cui almeno una centralina di monitoraggio urbana ha superato il limite di 35 giorni oltre la soglia massima ammissibile per il PM10. Nello specifico, si contano nel capoluogo adriatico 43 giorni di superamento del limite, 4 giorni in piu' rispetto al 2013 quando Pescara occupava il 33esimo posto in classifica.

Per gli altri inquinanti il bilancio e' relativo al 2013 e tra le 11 citta' in cui sono stati superati i limiti previsti per il PM2,5 (26g/mc come media annuale) non ci sono citta' abruzzesi. Anche per quanto riguarda il biossido di azoto non ci sono capoluoghi abruzzesi tra i 15 che sono risultati fuori dal limite medio annuo. Relativamente alla situazione a livello nazionale dell'inquinamento atmosferico del 2015, dall'inizio dell'anno a oggi 32 capoluoghi hanno registrato, oltre 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera consentita di PM10 e in 14 si e' registrato un superamento un giorno su due.

"E' quanto mai evidente la necessita' di un urgente e decisivo piano di intervento che vada finalmente a incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento - dichiara l presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco - Le cause si conoscono, occorrono volonta' politica e strumenti adatti. Il tema della mobilita' sostenibile e' strategico all'interno delle soluzioni da mettere in campo. A livello europeo sara' determinante l'approvazione del pacchetto europeo sulla qualita' dell'aria presentato a fine 2013, che rischiava di essere cancellato dalle priorita' del parlamento, ma che, grazie anche all'azione congiunta di tante associazioni, comitati e cittadini, e' tornato al centro della discussione. Uno strumento che, seppur migliorabile in alcuni aspetti, porterebbe a livello europeo alla riduzione di 58mila morti premature e a benefici economici stimabili in 40-140 miliardi di euro per anno".

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