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La Laad sfrattata da Villa Sabucchi, colpa della burocrazia

Per un vizio di forma, un cavillo burocratico, la Laad, l'associazione dei volontari anti droga diretta da Gianni Cordova sarà costretta ad abbandonare Villa Sabucchi, che da anni gestiva con efficacia e passione. Parte la protesta, Cordova inizia lo sciopero della fame

La Laad, associazione di volontariato anti droga, dovrà abbandonare Villa Sabucchi entro 10 giorni. La decisione, presa dal Tar, è stata comunicata in questi giorni dal Comune al presidente dell'associazione Gianni Cordova.

Il motivo è una cavillo burocratico, un "vizio di forma" nell'assegnazione della gestione del parco che costerà caro alla Laad e probabilmente a tutti i cittadini di Pescara.

In sostanza, il Comune non ha descritto nel documento di assegnazione del parco alla Laad, le motivazioni precise della scelta, e questo ha causato il ricorso al Tar da parte di un'associazione in gara per l'assegnazione, che ha vinto la causa.

Villa Sabucchi quindi rischia di tornare allo stato di abbandono in cui era prima che Cordova e l'associazione se ne prendessero cura. Manifestazioni, concerti, eventi, spazi per altre associazioni di volontariato avevano fatto rinascere il parco che prima era un covo per tossicodipendenti e prostituite.

Il Comune, al quale Cordova aveva chiesto una proroga ed addirittura l'assegnazione diretta come previsto dalla Legge, non ha accettato le ragioni della Laad, e quindi ha confermato lo sfratto.

Ma il presidente e diversi membri dell'associazione promettono battaglia: Cordova ha iniziato uno sciopero della fame ad oltranza, con una tenda piazzata all'interno del parco, finchè qualcuno, magari la nuova amministrazione comunale, non interverrà per salvare Villa Sabucchi da un triste destino.
 

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