Il cerchio si stringe, proseguono le indagini per l'assalto al portavalori tra i caselli pescaresi della A14
Prende sempre più spazio l'ipotesi che ad agire sia stato un commando proveniente dalla Puglia, la polizia continua ad acquisire elementi utili
Proseguono le indagini da parte della polizia e il cerchio inizia a stringersi per l'assalto al portavalori sull'autostrada A14, avvenuto all'altezza di Spoltore lo scorso 7 luglio.
Almeno 7 i banditi, armati fino ai denti e con i volti travisati, che sono riusciti a fuggire dopo aver incendiato tre automobili.
Il colpo è fallito in pieno grazie all'immediato intervento della polizia giunta sul posto dopo l'allarme lanciato da diversi automobilisti che hanno assistito alla scena.
Quasi una firma il metodo paramilitare con cui è stato provato il colpo che, guardando a sud, richiama un modo di fare noto da anni, come riferisce l'agenzia LaPresse. Tra le ipotesi affatto trascurate dagli inquirenti le "batterie pugliesi", ma il focus è dato dalle singolari modalità di azione del commando, vicine alla "scuola di Cerignola" dove sembra s'insegni il "mestiere di rapinare portavalori", una specialità tutta pugliese. Per l'assalto del 7 luglio: chiodi seminati per strada, kalashnikov in pugno e un altro dettaglio, davvero particolare, fornito da un testimone che si è trovato a viaggiare su quel tratto di autostrada proprio al momento del colpo. Direzione Ancona-Pescara, verso le 7.30 di quel venerdì: «Ero alle prese con il navigatore satellitare perché, stranamente, perdeva il segnale Gps e riprogrammava di continuo il percorso su quel tratto». Lo ha riferito all'agenzia LaPresse il testimone ricordando di aver preso, una volta fermo, il telefonino per scattare delle immagini della coda di veicoli che si stava formando «mentre dall'altra parte le macchine scorrevano normalmente» ed è stato fatto uscire a Città Sant'Angelo.
Il sistema potrebbe essere quello collaudato dalle batterie di Cerignola, per l'esecuzione con inibitori di frequenze, Bitonto per l'appoggio logistico e Andria per la fornitura di auto da usare nell'operazione e di armi che sono spesso "ricordini" della guerra dei Balcani. Gli investigatori della polizia non confermano, ma la pista pugliese è una delle ipotesi accreditate. Si dice che quando in Italia c'è un assalto a un portavalori la matrice è sempre cerignolana, spiega un esperto del settore. Potrebbe trattarsi di criminalità organizzata, di una banda con modalità vicine a quelle messe in atto in diverse altre rapine come quella al portavalori Ivri-Sicuritalia del 10 agosto 2020 sul tratto autostradale A14 tra Cerignola Est e Canosa di Puglia (Barletta, Andria, Trani), ma anche quelle consumate in centro e nord Italia.