Bici travolta da un suv in corso Vittorio Emanuele II, ciclista in gravi condizioni
L'incidente stradale è avvenuto a Pescara nel tardo pomeriggio di martedì 20 giugno all'incrocio tra corso Vittorio e via Messina
Incidente stradale in pieno centro a Pescara nel tardo pomeriggio di martedì 20 giugno.
Il sinistro si è verificato in corso Vittorio Emanuele II all'altezza dell'incrocio con via Messina dove un suv ha travolto una bici intorno alle ore 17:30.
A causa del violento impatto tra i due mezzi la bici è rimasta incastrata sotto al motore dell'automobile e ad avere la peggio è stata donna che era in sella.
Per la ciclista si è infatti reso necessario l'intervento dei soccorritori del 118 sul posto con due autoambulanze di cui una medicalizzata. Dopo averla stabilizzata i soccorritori hanno trasportato la ciclista in gravi condizioni in ospedale. Dei rilievi utili a ricostruire l'esatta dinamica del sinistro si sono occupati gli agenti della polizia locale che hanno anche gestito il traffico dato che il transito lungo la corsia nord-sud è stato vietato per più di un'ora per consentire soccorsi e accertamenti.
Sulla difficile convivenza in strada tra mezzi grandi e pesanti e bici interviene Giancarlo Odoardi della Fiab: «“Così impari”, sembra dire il suv alla bicicletta, messa sotto lungo corso Vittorio Emanuele. È ovviamente una immagine emblematica, che rimanda ai temi della mobilità sostenibile e a come le città tentano di organizzarsi per perseguire gli obiettivi di salute e sicurezza. Non è nota la dinamica della collisione, del sinistro, ma la massa dei due mezzi parla chiaro: il Suv peserà 2mila chili, la bici 15, il primo prevale, la seconda soccombe! L’utenza debole è schiacciata in queste situazioni e bisogna evitare che tali si verifichino. Anche per questo motivo è necessario che la proposta di legge sulle città 30, di cui il limite 30 è un aspetto quasi marginale, faccia rapidamente il suo corso e che quindi le città si riorganizzino perché l’attenzione sia concentrata più sulle persone che si spostano piuttosto che sui mezzi, come invece purtroppo oggi continua ad accadere».