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Cronaca

Inchiesta "Rifiutopoli", tutti assolti gli imputati anche in Appello

La Corte di Appello dell'Aquila ha assolto "perchè il fatto non sussiste" l'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano, l'ex consigliere e assessore regionale abruzzese Lanfranco Venturoni e l'imprenditore Rodolfo Di Zio

La Corte di Appello dell'Aquila ha assolto "perche' il fatto non sussiste" l'ex parlamentare del centrodestra Fabrizio Di Stefano, l'ex consigliere e assessore regionale abruzzese di centrodestra Lanfranco Venturoni e l'imprenditore Rodolfo Di Zio, accusati a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta, abuso d'ufficio e millantato credito nell'ambito della 'Rifiutopoli' abruzzese innescata dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara denominata "Re Mida" sulla realizzazione, mai avvenuta, di un impianto di rifiuti a Teramo.

I giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza di primo grado; i tre, infatti, erano stati assolti dal tribunale di Pescara, insieme a Ferdinando Di Zio e Vittorio Cardarelli, per i quali la Procura non aveva presentato istanza di appello.

"La richiesta di assoluzione fatta nei miei confronti dal Procuratore Generale della Corte d'Appello d'Abruzzo, Pietro Mennini, per l'appello dell'ormai annosa inchiesta denominata 'Re Mida' che mi vedeva coinvolto con l'imprenditore Rodolfo Di Zio e altri esponenti politici e tecnici, mi fa in parte riconciliare con il Sistema Giudiziario Italiano - ha spiegato in una nota Di Stefano - Ci sono ancora persone per bene e magistrati intellettualmente onesti che sanno riconoscere quando altri colleghi hanno sbagliato".

"Giustizia e' stata fatta, non abbiamo mai avuto dubbi sulla estraneita' dell'onorevole Di Stefano, riconosciuta dai giudici e avvalorata dal Pg Mennini", ha rimarcato l'avvocato Giuseppe Polidori che, insieme a Massimo Cirulli, difende l'ex parlamentare. 

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