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Cronaca

Guido Conti e l'ultima lettera prima di morire: "Mi sento in colpa per le vittime di Rigopiano"

Il cadavere del generale del corpo forestale in congedo, ex comandante provinciale di Pescara, è stato trovato senza vita nella sua auto. Nella sua lettera d'addio parla anche della tragedia dell'hotel Rigopiano

Sta destando una grandissima ondata di commozione la vicenda del generale dei carabinieri forestali in congedo Guido Conti, ex comandante provinciale di Pescara noto per aver guidato l'inchiesta sulla mega discarica dei veleni del Polo Chimico di Bussi, che è stato ritrovato senza vita nella sua auto. L'ipotesi più probabile è che Conti si sia tolto la vita. Dopo la sua morte è stata rinvenuta una lettera, indirizzata alla famiglia, nella quale il generale cita la vicenda di Rigopiano

LA PROCURA DI PESCARA: "CONTI NON SAREBBE STATO INDAGATO SU RIGOPIANO"

In questa missiva, che l'agenzia AdnKronos ha potuto visionare, a un certo punto si legge:

"Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché, tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l'albergo, di cui non so nulla, ma per l'edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: potevo fare di più?".

I famigliari del generale hanno tuttavia precisato che non c'è alcuna correlazione tra il loro congiunto e Rigopiano. Nelle ultime ore è spuntato anche il testo di un'altra lettera, datata 2016, che Guido Conti - figlio a sua volta di un ispettore generale del Corpo Forestale dello Stato - aveva postato sul proprio profilo Facebook (oscurato da qualche giorno) indirizzandola all'allora premier Matteo Renzi, per difendere il corpo forestale contro l'accorpamento nell'Arma deciso dal suo Governo

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