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Cronaca

Tragedia nel carcere di San Donato, morto giovane detenuto

Un giovane detenuto si è tolto la vita nella casa circondariale di Pescara: a denunciare quanto avvenuto è il sindacato Sinappe

Tragedia nel carcere di San Donato a Pescara per un giovane detenuto che è morto a seguito di un estremo gesto volontario.
Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di ieri, domenica 5 marzo, con un giovane detenuto che si è tolto la vita.

E l'ha fatto, come riferisce Giuseppe Di Domizio, segretario provinciale del sindacato Sinappe, si sarebbe impiccato con delle lenzuola legate alle inferriate della cella.

Nonostante il tempestivo intervento sia della polizia penitenziaria, con i suoi sanitari, che poi con i soccorritori del 118 non è stato possibile salvare il carcerato. «Continua la serie infinita di eventi critici, ormai diventati giornalieri», commenta Di Domizio, «per l’ennesima volta lo Stato ha perso! Si, perché ogni volta che avviene un suicidio in un penitenziario, è lo Stato a essere sconfitto!. Il Prap (provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) Lazio, Abruzzo e Molise ha di fatto abbandonato il penitenziario pescarese, (tante richieste di aiuto da parte della direzione per la forte crescita di eventi critici ingestibili ,inascoltate!), a una morte lenta! La casa circondarile di Pescara è diventato un contenitore, da riempire purtroppo, con detenuti che sono riottosi e disadattati, provengono maggiormante dagli istituti laziali, gli stessi allontanati per ordine e sicurezza e che sono perlopiù con patologie psichiatriche, siamo a una percentuale elevatissima, superiore addirittura al 60%, nonostante sia risaputo, che a Pescara esiste un solo reparto reparto Atsm di 7 posti al massimo».

Questo aggiunge poi Di Domizio: «Questa crescita imponente, ha mandato in tilt l’area sanitaria, la quale ha carenze elevatissime di personale, al tal punto da non riuscire a garantire il minimo di assistenza a tutti “sancito dall’art 32 della Costituzione”. La polizia penitenziaria sicurezza è quasi a zero. Infatti, i numeri parlano chiaro: 360 utenti (60% con patologie psichiatriche) con un dirigente aggiunto, un comandante di reparto (abbandonata a se stessa) un ispettore superiore, che ha funzioni di vice comandante e matricolista al posto di un commissario (previsti 3 commissari, dove sono?) e in servizio ci sono 60 unità circa. Agenti-assitenti di polizia penitenziaria (140 previsti , dove sono gli altri 80?) turni massacranti, personale con ferie accumulate e pensionamenti imminenti. La situazione è preoccupante, interessa a qualcuno?».  

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