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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Furti di auto e moto con estorsioni anche a Pescara, sgominata banda a San Severo: 6 persone arrestate [VIDEO]

La tecnica era quella del "cavallo di ritorno": per riavere i veicoli le vittime si rivolgevano ai criminali. L'operazione "On the road" è stata condotta dai carabinieri

Sono complessivamente 6 le persone tratte in arresto (3 ai domiciliari) e 24 quelle indagate nell'ambito dell'operazione "On the road" che ha sgominato una banda dedita al furto di automobili di lusso e moto.
A eseguire i provvedimenti di custodia cautelare sono stati, come riferisce FoggiaToday,  i carabinieri della Compagnia di San Severo, supportati dai militari del comando provinciale di Foggia, della Sio del 10° Reggimento Campania e della Sat dell’11° reggimento cc Puglia nonché da unità cinofile di Bari. 

Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica.

L’indagine in questione, convenzionalmente denominata "On the road", ha coinvolto complessivamente 24 persone di San Severo. In particolare, in base alle risultanze raccolte a seguito delle indagini preliminari svolte, tutti i soggetti destinatari delle odierne ordinanze sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro e a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata ai furti di autovetture ed estorsioni. Diversi colpi sono stati messi a segno anche in Abruzzo: a Pescara, Francavilla a Mare, Vasto, Silvi Marina, Campli. 

Le indagini sono scattate a seguito di un attentato perpetrato la sera del 22 marzo 2021, ai danni di un sanseverese già noto alle forze dell'ordine, quando ignoti hanno esploso almeno due colpi di arma da fuoco all’indirizzo della relativa abitazione. Le successive attività di intercettazione, pur non permettendo di far luce sulla vicenda, hanno comunque consentito la presunta individuazione di un sodalizio criminale, con base operativa nel comune di San Severo, dedito in modo esclusivo a furti di autovetture di grossa cilindrata – del valore di 50mila euro - e motocicli tra il nord della Puglia (prevalentemente l’Alto Tavoliere), il Molise (prevalentemente Termoli, Montenero di Bisaccia), l’Abruzzo (prevalentemente Pescara, Francavilla a Mare, Vasto, Silvi Marina, Campli) e le Marche (Grottammare).

I furti perpetrati avrebbero avuto una duplice finalità: in primo luogo i mezzi sarebbero stati rivenduti a vari ricettatori per essere poi cannibalizzati in modo da utilizzarne pezzi di ricambio, mentre in secondo luogo sarebbero state formulate richieste estorsive ai danni dei rispettivi proprietari, costretti poi a consegnare ingenti somme di denaro per rientrare in possesso di quanto asportato, il cosiddetto "cavallo di ritorno". Nonostante le difficoltà incontrate dagli investigatori a causa del clima di omertà dovuto al terrore delle vittime a denunciare i fatti, che, in alcuni casi, avrebbero preferito addirittura non segnalare alle forze di polizia i furti e i tentativi di estorsione subiti, rivolgendosi direttamente a personaggi notoriamente inseriti nel contesto criminale per riottenere quanto asportato, le indagini sono comunque proseguite in maniera incessante, data la tematica sociale particolarmente allarmante, per il tramite di intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché videoriprese e anche, ovviamente, indagini tradizionali sul territorio.

La velocità di esecuzione dei furti (in taluni casi veniva impiegato meno di un minuto per aprire e mettere in moto il veicolo) ha costretto gli investigatori a riscontri repentini, in taluni casi con gli autori dei furti che hanno ingaggiato vere e proprie fughe spericolate lungo le arterie autostradali. Ciò che ha immediatamente sorpreso è stata sia l’elevata abilità tecnologica nell’aprire le vetture e le capacità alla guida degli indagati, sia il fatto che a commettere i furti fossero, secondo le indagini condotte, prevalentemente minorenni. Altro dato rilevante, è che il gruppo in questione sapevano già dove occultare i veicoli rubati (individuati all’interno di vecchie strutture abbandonate, aree residenziali ubicate a San Severo, fondi agricoli lontani dal centro abitato oppure le vie del centro abitato, dove gli indagati le parcheggiavano regolarmente tra le auto al fine di eludere i controlli). Tra loro segnalavano la presenza delle forze dell’ordine. Il riciclaggio dei pezzi dei veicolo oggetti di furto, i ricavati dalla vendita dei veicoli rubati o dalle estorsioni ai legittimi proprietari, venivano divisi in parti uguali, anche per sostenere i costi per il noleggio dei veicoli usati per la commissione dei reati (come macchine pulite, staffetta), la comunione delle attrezzature utilizzate per forzare i veicoli e per comunicare durante la commissione dei furti.

Il sodalizio avrebbe anche avuto una vera e propria divisione di ruoli, infatti c’era un esperto informatico addetto all’apertura dei veicoli da asportare, mediante l’utilizzo di apparecchiature elettroniche di nuova generazione, in particolar modo Obd (on-board diagnostics), chiavi transponder decodificate, radar ed altri oggetti capaci da bypassare le centraline dei veicolo da asportare. C’erano anche gli “autisti” dell’associazione, che pare avessero il compito specifico di effettuare il servizio di “staffetta” lungo le vie di fuga e gli “addetti” alla guida dei mezzi rubati al fine di condurli in luoghi prestabiliti di occultamento, di elevate capacità alla guida. Infine, c’erano soggetti utilizzati per i canali estorsivi, i cosiddetti “cavalli di ritorno”, che con la loro conoscenza del territorio e capacità intimidatoria, avrebbero avvicinato i proprietari dei veicoli rubati, ai quali chiedevano il pagamento di notevoli somme di denaro al fine di riavere i propri mezzi. La denominazione “On the Road” data all’indagine fa riferimento al dinamismo criminale degli indagati, che avevano coperto un area vastissima dove colpire. Basti pensare ai vari centri cittadini che attraversavano ben quattro regioni dello stivale, sul versante adriatico. Nel corso dell’indagine sono stati anche accertati 31 episodi di furto di autovetture, del valore di circa 40/50 mila euro cadauna, il deferimento a piede libero di un soggetto per minorenne per furto di autovettura; il rinvenimento di circa 20 autovetture con relativa riconsegna ai legittimi proprietari.

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