Ex Airone Tecnich: Testa, "No ai licenziamenti"
No al licenziamento dei 49 ragazzi dell'ex Airone Tecnich. Lo dicono i presidenti della Provincia di Chieti, Di Giuseppantonio, e della Provincia di Pescara Testa
No al licenziamento dei 49 ragazzi dell'ex Airone Tecnich. Lo hanno scritto in una nota a firma congiunta i presidenti della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, e della Provincia di Pescara Guerino Testa (foto) in riferimento all'accordo in corso tra Alitalia-Etihad Airways per l'acquisizione della partecipazione azionari del 49% della societa' nazionale ormai al capolinea, preoccupati dalle prospettive piu' che fondate di far rientrare nel conteggio degli esuberi i 49 dipendenti abruzzesi dell'ex Airone Technic, situazione che in queste ore si sta definendo al tavolo romano.
La nota è stata indirizzata al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso e all'Amministratore delegato dell'Alitalia Gabriele Del Torchio, in merito alla proposta avanzata ai ragazzi dell'Airone Tecnich di rinunciare a diverse mensilita' di cassa integrazione facendo scattare per loro, anticipatamente, i tre anni di mobilita' e l'esclusione definitiva dall'azienda e da qualsiasi progetto di ricollocamento delle maestranze che puo' essere fatto solo se i lavoratori resteranno in cassa integrazione.
"Quella dei 49 addetti specializzati dell'Airone Technic, formati a spese della Regione Abruzzo - dichiarano Di Giuseppantonio e Testa - segna un fallimento del nostro territorio che conosciamo bene, avendo seguito in questi anni le vicissitudini legate al tentativo di riconversione dell'Airone e di ricollocamento delle maestranze con l'intento di creare prospettive economiche ed occupazionali sul nostro territorio e ridare vigore all'Aeroporto abruzzese. La questione del licenziamento dei 49 lavoratori di Airone Techinc è per noi oggi una questione di principio che invitiamo la Regione a contrastare, consapevoli che questi lavoratori abruzzesi pagano due volte lo scotto di non aver vinto la battaglia disperata per salvaguardare il posto di lavoro e la loro professionalita', che pur hanno affrontato senza riserve, e che il circuito produttivo del Paese ancora una volta decide di non contemplare a discapito dell'investimento che il nostro territorio ha fatto su di loro e che in questa circostanza deve difendere".