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Cronaca

Droga a Pescara tramite la 'ndrangheta, due degli arrestati non rispondono al gip

Ma durante l'interrogatorio un 43enne del capoluogo adriatico ha parlato e si è detto estraneo all'associazione per delinquere di stampo mafioso che viene contestata a tutti gli indagati. Il suo legale ha presentato istanza di rimessione in libertà o di arresti domiciliari

Ha risposto all'interrogatorio anche un albanese di 29anni che risiede a Francavilla al Mare. Ma il suo legale, l'avv. Giovanni Nunnari, al termine dell'interrogatorio ha riferito solo che il suo assistito ha risposto a tutte le domande, senza entrare nei particolari. Secondo i carabinieri la cellula malavitosa aveva consolidato un efficiente canale di approvvigionamento di ingenti quantita' di cocaina da un gruppo di affiliati alla 'ndrangheta in Lombardia, a loro volta riconducibili alle famiglie della ''Locale di Plati''.

La droga proveniente dalla Lombardia, una volta in Abruzzo, finiva sul mercato delle zone di Chieti e Pescara. E i proventi dello spaccio venivano reimpiegati nell'acquisizione di attivita' commerciali nel settore della raccolta di scommesse elettroniche e nella ristorazione, e in episodi di usura in danno di piccoli commercianti ed imprenditori locali in difficolta' pretendendo da essi interessi esorbitanti. I reati contestati a tutti gli arrestati, sono l'associazione per delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di auto e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi.

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