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Cronaca Farindola

Documentario su Rigopiano, i famigliari delle vittime assistono all'anteprima e danno l'ok

Il programma sarà mandato in onda il 2 giugno, ma con alcune modifiche richieste dal Comitato. Intanto il pm Papalia ha ascoltato il dirigente del Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione civile

I famigliari delle vittime del disastro di Rigopiano hanno assistito, in un evento organizzato dalla Rai, all'anteprima del documentario "C'è qualcuno" scritto da Michele Santoro per celebrare l'operato dei Vigili del Fuoco e dei soccorritori, in presenza dello stesso autore. 

A rappresentare il "Comitato vittime di Rigopiano" erano presenti, tra gli altri, il presidente Gianluca Tanda, Antonio Trotta, Marco Foresta e i fratelli Mario e Antonio Tinari, assistiti legalmente dagli avvocati Mario La Morgia, Romolo Reboa, Marco Ciccocioppo, Emanuela Rosa e Gabriele Germano. 

I famigliari, insieme ai legali, hanno chiesto di rivedere più volte alcune immagini e di modificare alcune parti. In particolare, insieme allo stesso Santoro, hanno inserito degli elementi per loro fondamentali nel testo che accompagnerà le immagini. Al termine il Comitato ha approvato che il filmato venga messo in onda il 2 giugno, con la richiesta che esso sia seguito in futuro da un'inchiesta giornalistica finalizzata a ricercare antefatti e responsabilità. 

Michele Santoro ha espresso il suo personale impegno a non spegnere le telecamere su Rigopiano il 2 giugno. Intanto, dopo la richiesta dei legali del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli (entrambi indagati), è stato sentito dal pm Papalia il dirigente del Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione Civile, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara sul disastro dell'Hotel Rigopiano nel quale morirono 29 persone in seguito alla valanga dello scorso gennaio.

Secondo la tesi dei legali del sindaco, "Se la Regione Abruzzo, come previsto avesse realizzato la Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga (Clpv), oggi le 29 persone morte a Rigopiano sarebbero vive. Nel marzo 2014 la Regione diede l'ordine alla Protezione civile di redigere la Clpv, essenziale per applicare la norma. La legge avrebbe imposto vincoli edilizi e ordini di sgombero per tutte le strutture situate in aree vanghe e dunque non ci sarebbe stato il disastro dell'Hotel Rigopiano".

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