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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Penne

I carabinieri di Pescara ritrovano in una casa di Penne due antichi dipinti rubati in una villa di Ancona, nei guai una coppia

Per questo motivo, i militari del nucleo operativo e radiomobile-sezione operativa hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Pescara V.F.e B.T. entrambi 71enni (coniugi conviventi) residenti a Penne, per il reato di ricettazione

Due dipinti antichi rubati, sono stati ritrovati dai carabinieri di Pescara, in una casa di Penne.
Le due opere d'arte, realizzate con tecnica olio su tela, uno raffigurante “scena biblica” delle dimensioni di mt.2,60x1,83, l’altro raffigurante “Madonna con Bambino e Santi” delle dimensioni di mt.2,64x1,81, entrambi di autore sconosciuto e realizzati nei primi del 600, erano state rubate nel 2014 all'interno di una lussuosa villa antica in provincia di Ancona. 

Per questo motivo, i militari del nucleo operativo e radiomobile-sezione operativa hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Pescara V.F.e B.T. entrambi 71enni (coniugi conviventi) residenti a Penne, per il reato di ricettazione.

Entrambi i dipinti, di autore sconosciuto, sono stati realizzati nei primi anni del '600.

È stato ricostruito, grazie alla collaborazione dei carabinieri della Tutela Patrimonio Culturale di Ancona che le due opere d'arte sono appartenute a una delle più antiche famiglie nobili europee, i Principi di Stigliano, nobile casato di origini napoletane. Risalendo quindi al furto denunciato proprio dalla moglie, ora defunta, di Don Landolfo 11° Principe di Stigliano, si è riusciti a risalire ai proprietari di queste opere. 
I carabinieri raccontano di aver visto negli occhi delle due uniche eredi la forte emozione nel momento in cui si sono trovate al cospetto dei due dipinti appartenuti alla loro famiglia da secoli. Dopo averli analizzati attentamente, ne hanno riconosciuto senza alcun dubbio l’autenticità e il forte intento di andare a riporre i quadri nello stesso posto ove si trovavano al momento del trafugamento e che da allora è rimasto vuoto.

«Tale ritrovamento», fanno sapere dal Comando provinciale, «certamente restituisce ai proprietari discendenti di un importante casato nobiliare italiano un bene a loro sottratto, ma soprattutto ha riportato alla luce un pezzo della storia d’Italia ed in particolare del Regno di Napoli».

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