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Cronaca

Detenuto si dà fuoco nel carcere San Donato per protesta

A denunciare la folle protesta messa in atto da un detenuto nella casa circondariale di Pescara è il sindacato Sappe: trasportato in elicottero nell'ospedale di Bari

Un detenuto del carcere di Pescara si sarebbe dato fuoco per mettere in atto una protesta.
A denunciarlo è il sindacato Sappe.

A mettere in atto l'insano gesto sarebbe stato un detenuto del Nord Africa venerdì 26 maggio poi trasportato in elicottero nell'ospedale di Bari.

Come spiega Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria, «sembrerebbe che alla base dell’insano gesto del detenuto, 40 anni e di origini marocchine, con una pena definitiva da scontare e ammesso al lavoro all’esterno, vi sia stata la contestazione per un rapporto disciplinare avuto qualche giorno prima. Ha quindi chiesto più volte di parlare con il comandante e, nel momento in cui questi si recava nel reparto semiliberi, il detenuto si è dato fuoco. Tempestivamente è stato allertato il 118 con i soccorritori che l'hanno trasportato nell'ospedale di Pescara dove le sue condizioni sono apparse subito gravi. Trasportato con l'elicottero, è stato disposto il ricovero nella struttura grandi ustionati dell’ospedale di Bari».

«Sono stati momento di grande tensione», sottolinea Capece, che era stato in visita proprio nel carcere di Pescara due volte, prima lunedì e, poi, mercoledì scorsi, in quest’ultima occasione insieme al vicecapo dell’amministrazione penitenziaria, Lina Di Domenico: «Nel corso della visita, abbiamo rilevato che, a fronte di una popolazione di ben 379 reclusi, il personale del Corpo di polizia penitenziaria consta di sole 107 unità e, peraltro, la maggior parte di essi hanno una rilevante età anagrafica. Tutto ciò comporta che spesso il personale impiegato giornalmente è di molto inferiore a quello realmente occorrente per presidiare tutti i posti di servizio sensibili presenti in Istituto. La struttura è assai vetusta e necessiterebbe di importanti interventi che possano renderla più confortevole e, magari, attraverso una riorganizzazione dei locali presenti, anche più funzionale. Di più, ci è stato riferito che il comandante di reparto assegnato in istituto anziché essere costantemente presente per guidare i propri uomini nella critica illustrata situazione di cui sopra, sarebbe stato posto in distacco nel provveditorato per svolgere mansioni prettamente amministrative e/o di archivio (almeno è quello che ci hanno riferito nel corso della visita)».

Da qui le richieste del primo sindacato della polizia penitenziaria, il Sappe, ai vertici del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: potenziare il contingente di personale di polizia penitenziaria, anche con il rientro stabile del comandante di reparto nel penitenziario di “San Donato“; dotare gli agenti di idonei dispositivi di protezione individuale in modo di avere la possibilità di difendersi in occasione di qualsivoglia criticità e provvedere a una funzionale ristrutturazione dell’edificio penitenziario».

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