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Cronaca Marina Nord

Ddt nel porto? Duello a distanza fra Costantini e Testa, ma i dubbi restano...

L'esponente dipietistra torna criticamente sul blocco del dragaggio del fiume Pescara, sottolineando la presenza del pericoloso pesticida. Duro controattacco del presidente della Provincia

Costantini attacca, Testa risponde. L’esponente dipietistra torna criticamente sul blocco del dragaggio del fiume Pescara, disposto da un giudice dell’Aquila lo scorso 12 dicembre poche ore dopo il suo inizio. “L'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente – ricorda Costantini – aveva certificato che i fanghi da dragare non fossero pericolosi, diversamente da quanto accertato in una perizia commissionata dalla Procura Distrettuale Antimafia dell'Aquila, che aveva invece rinvenuto, tra l'altro, la presenza di un pericoloso pesticida (il DDT) in misura di gran lunga superiore alle concentrazioni massime consentite dalla legge. Agli incapaci ed agli inetti che da anni governano le nostre istituzioni non è parso vero di avere finalmente la possibilità di indicare un colpevole diverso da loro. E così in poco tempo questo Giudice è diventato per larga parte dell'opinione pubblica il responsabile di tutti i guai della marineria pescarese, il vero colpevole del blocco delle attività di dragaggio”.

Costantini ritiene che “se si fosse ammesso che il Giudice aveva ragione, tutti quelli che avevano già autorizzato lo sversamento in mare dei veleni, tecnici e politici, sarebbero stati costretti ad andarsene a casa un minuto dopo. Meglio, quindi, prescindere dalla verità, costruendone una "mediatica" fatta da un responsabile (un Giudice) e da un fatto (la presenza di veleni nei fanghi del Porto canale di Pescara) sempre escluso dagli addetti ai lavori e comunque mai chiarito definitivamente”. Costantini parla di silenzi, reticenze e complicità in merito ai dati dell'Istituto superiore di Sanità relativi alla presenza di Ddt e Naftalene nel porto.

E il presidente della Provincia, Guerino Testa, in qualità di ex commissario del dragaggio controbatte duramente: “Quei dati, contrariamente a quanto afferma il capogruppo dell'Idv, sono stati resi pubblici immediatamente e come sempre in questa intricatissima vicenda c'è stato uno strascico polemico non indifferente. Il parere dell'Iss è stato diffuso subito, già nel mese di marzo, tant'è che l'Arta replicò immediatamente alle analisi dell'Iss riportate dalla stampa e lo fece con un comunicato pubblico”. Testa precisa che “quelle analisi non hanno chiarito alcunché, anzi gli interrogativi sul Ddt ci sono ancora. E' una questione assolutamente aperta perché dal mese di dicembre 2011 ad oggi nessuno è stato in grado di produrre analisi realizzate con procedure certificate, cioè quelle richieste dall’Ispra: né l'Arta, né il laboratorio di cui si è servita la Procura dell'Aquila (Indam) né l'Iss hanno la certificazione per lo svolgimento di analisi concernenti il Ddt”.

Ad ogni modo, sottolinea Testa, “se da una parte tutti i laboratori dell'Arta hanno assicurato che non c'è pericolo Ddt nel porto di Pescara, dall'altra abbiamo Indam e Iss che invece hanno assicurato che il Ddt c'è. Pareri contrastanti tra loro ma esattamente dello stesso peso”. Tuttavia, queste puntualizzazioni a Costantini non bastano: "Testa nella sua replica sbaglia - afferma - perchè confonde il referto di analisi di laboratorio con un parere qualsiasi, non considerando che le analisi dell'Istituto Superiore di Sanità non esprimono un punto di vista soggettivo, bensì un parametro oggettivo”. Inoltre, Costantini crede che Testa sbagli a rivolgersi ai cittadini "confessando che della natura dei fanghi non si conosce ancora nulla come se la questione continui a riguardare altri e non già il Presidente della Provincia di Pescara”. La polemica a distanza tra i due non è destinata a finire qui. Anche perché Costantini continua ad autocandidarsi come commissario (a titolo gratuito) per il porto di Pescara.

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