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LIFE Arctos: il progetto per la prevenzione e la convivenza Uomo Orso

Ieri a Scanno è stato presentata l’installazione di un grosso recinto sperimentale fisso a tutela dell’orso bruno marsicano grazie al progetto europeo LIFE Arctos

Il progetto promuove una revisione totale degli indennizzi dai danni provocati dai grandi carnivori. Tali indennizzi infatti spesso fomentano le speculazioni, ma molto spesso non sono proporzionati a quelle che sono oggi le metodologie di prevenzione.

Per questo oggi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è avvenuta l’installazione di un grosso recinto sperimentale fisso nell’ Azienda agricola zootecnica di Rotolo Gregorio e C.

Bisognerebbe erogare recinzioni di sicurezza per tutti gli allevatori a costo zero soprattutto per coloro che conducono la propria attività in prossimità degli Appennini e delle Alpi.

Il progetto europeo LIFE Arctos è stato avviato nel settembre 2010, durerà 4 anni ed ha questo importante obiettivo che potrebbe tradursi in una convivenza più serena tra l'uomo ed i grandi carnivori. Proprio sulla base di questo importantissimo progetto il WWF si auspica quindi che le nuove metodologie preventive vengano rese obbligatorie in modo da garantire un sicuro risparmio dei fondi statali ma anche di favorire un più sano equilibrio tra uomo e orso.

Anche l’allevamento nelle zone montane dove sono presenti i grandi carnivori va regolamentato e qualificato alla luce delle esperienze e delle politiche di conservazione in atto. Inoltre va abrogato l’assistenzialismo che non prevede un confronto e una evoluzione dei metodi di allevamento.

L'attuale conflitto uomo-orso è determinata proprio da un'inadeguata politica preventiva. I sistemi sono ormai conosciuti da anni e si parla di recinzioni elettrificate e fisse oltre che l'aiuto di cani addestrati.

Per questo Massimiliano Rocco, Responsabile Programma Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia ha affermato: “La minimizzazione dei conflitti è alla base delle politiche di conservazione dell’orso in Italia, nelle Alpi come sugli Appennini. La prevenzione dei danni va fatta anche attraverso appositi recinti e la gestione dei rimborsi che devono essere più veloci e adeguati in particolare negli Appennini. Quando i danni comunque avvengono le  azioni di conservazione a favore della specie sono propedeutiche a qualsiasi altro progetto. Favorire e premiare gli allevatori custodi del loro territorio e delle specie selvatiche che ci vivono è la missione per il futuro”.

Il progetto, cofinanziato con fondi europei e coordinato dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise vede la partecipazione di altri dieci enti: Regioni Abruzzo, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento, il Corpo Forestale dello Stato, il Parco Naturale Adamello Brenta, l' Università di Roma La Sapienza e il WWF Italia.

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