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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Penne

Nessuna comunicazione della prescrizione al risparmiatore: Poste Italiane condannata a rimborsargli due buoni fruttiferi

A deciderlo il giudice di pace di Penne che ha dato ragione ad un cittadino di Montebello di Bertona che quel contratto lo sottoscrisse nel 2006, soddisfatto Dario Antonacci uno dei legali del cittadino che ha presentato il decreto ingiuntivo: "Un precedente importante, non gli è mai stato consegnato il Fia (Foglio informatico analitico) dove erano riportati tutti i dettagli del contratto"

“L'opposizione non è fondata”. Con queste parole messe nere su bianco nella sentenza di primo grado, il giudice di pace di Penne Raffaele Ferrara impone a Poste Italiane il rimborso di due buoni fruttiferi sottoscritti a giugno 2006 da un cittadino di Montebello di Bertona e caduti in prescrizione a novembre 2017 senza che però l'uomo fosse messo a conoscenza del fatto che quei buoni avevano una scadenza. 

Questo in sintesi quanto emerso dal giudizio espresso a seguito del decreto ingiuntivo presentato per conto dell'uomo dagli avvocati Dario Antonacci e Alfredo Cappellacci. A lui al momento della sottoscrizione non sarebbe stato consegnato il Fia ovvero il Foglio informatico analitico su cui erano riportati tutti i dettagli del contratto firmato e quindi anche la scadenza dei buoni fruttiferi. Scadenza che avrebbe dovuto evincere, speiga l'avvocato Antonacci, dalla dicitura “18J” secondo Poste. Così non era per i legali e così non è per il giudice che in sentenza scrive: “posto che i buoni fruttiferi postali non contengono alcuna descrizione delle loro caratteristiche e non indicano nessuna scadenza e che al risparmiatore non è stato consegnato il Fia al momento della sottoscrizione, consegue che lo stesso non è stato messo in grado di conoscere le condizioni dei buoni fruttiferi e la loro eventuale scadenza” aggiungendo nel merito che “Poste Italiane non ha fornito alcuna prova in ordine alla sua consegna del Fia al risparmiatore, prevista dall’art. 3 del decreto del ministero tesoro del 19-12-2000”. Un figlio che, tra l'altro sottolinea Antonacci, proprio ai sensi del decreto ministeriali deve essere obbligatoriamente consegnato all’investitore al momento della sottoscrizione dei buoni in quanto riporta specificatamente tutte le caratteristiche dei prodotti acquistati.

La scoperta di quella prescrizione il risparmiatore l'ha fatta solo nel 2020 e da lì è iniziata la sua battaglia che non aveva però trovato alcun riscontro né con il reclamo nei confronti di Poste, né con il ricorso all'Arbitrato bancario finanziari (Abf). Di qui la scelta di una causa civile portata davanti al giudice di pace di Penne cui Poste si è opposta. La causa ha però accertato che, spiega ancora il legale, non erano state fornite all'uomo tutte le informazioni dovute, soprattutto nessuno e in alcun modo gli era stata comunicata la durata di quei buoni dato che le informazioni si trovavano sul Fia e non sui buoni.

Una somma di mille euro quella dovrà essere restituita insieme agli interessi. Una vittoria per i legali che si traduce in un importante precedente per chi dovesse trovarsi nella stessa situazione e anche un monito per i risparmiatori che al momento della sottoscrizione hanno il diritto di chiedere tutte le informazioni necessarie ad avere chiaro il quadro del contratto cui stanno aderendo.

“Secondo poste – dichiara a IlPescara Antonacci – un consumatore medio avrebbe dovuto intuire la durata di 18 mesi dei buoni da una sigla. Di fatto si è detto che non essendo stato correttamente informato, i buoni non si possono considerare prescritti. Per semplificare si può dire che è stata riscontrata una violazione dei doveri di trasparenza e informazione”. Resta la possibilità per Poste di opporsi, ma se così si dovrà mettere in piedi una vera e propria causa. Se così non sarà si procederà invece alla liquidazione. “Siamo soddisfatti – conclude il legale – perché parliamo di un piccolo risparmiatore, di un cittadino e di un consumatore che non era stato messo nelle condizioni di conoscere tutti i dettagli in capo a quei buoni. C'era stata una violazione troppo grave e auspichiamo che la vicenda si chiuda qui”.

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