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Caramanico, escursionista scomparso: parlano le figlie

Il mancato ritrovamento di Carlo Rodrigo Fattiboni dopo 15 giorni dalla sua misteriosa scomparsa lascia spazio a nuovi scenari possibili

Cosa sia successo al turista brianzolo è l'interrogativo ricorrente che si pongono da oltre due settimane soccorritori, forze dell'ordine e familiari che non riescono a darsi pace per questa incredibile vicenda priva ancora di soluzioni e chiarimenti. Nessun tipo di ritrovamento, nemmeno di un feticcio o di qualsiasi altro elemento riconducibile all'uomo che il pomeriggio del 3 settembre scorso si era incamminato da solo per i sentieri della valle dell'Orfento.

Un vertice in Prefettura ha stabilito che le ricerche non vanno interrotte, semmai ridimensionate e affidate ad un gruppo selezionato dell'Unità di Comando Locale, Vigili del Fuoco, Carabinieri e uomini della Forestale, Soccorso Alpino e 118. Tra le ipotesi che stanno prendendo corpo, anche quella del rapimento o di un allontanamento volontario. Carlo Rodrigo Fattiboni aveva con sé circa 300 euro in contanti che sostanzialmente non servono se si percorre un valico di montagna a piedi. Potrebbe dunque essere stato vittima di qualcuno che si è impossessato del denaro, oppure l'escursionista avrà utilizzato quei soldi per raggiungere destinazioni sconosciute. Ogni supposizione viene presa in esame dagli investigatori, anche se non esistono reali presupposti per ragionare su queste ipotesi.

TURISTA SCOMPARSO A CARAMANICO

Dopo un rispettoso silenzio da parte dei parenti più stretti, entrano in gioco le due figlie del 76enne di Brugherio che, intervenendo alla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" aggiungono anche elementi e descrizioni dettagliate:

"Nostro padre è sempre stato molto meticoloso nell'organizzare i suoi spostamenti. La sua attrezzatura da viaggio prevede ogni minimo accessorio utile. Non è certo uno sprovveduto, anzi. E' allenato a camminate di 30 chilometri e non ha mai avuto problemi di salute e malesseri fisici. La speranza ci porta ancora a pensare che sia precipitato in un crepaccio e stia lottando per la sopravvivenza in condizioni estreme. Se solo si riuscisse a trovare un oggetto, una scarpa o malauguratamente una macchia di sangue, saremmo più preparate ad ogni evenienza".

C'è poi un particolare anatomico che viene messo in evidenza:

"Papà ha il mignolo della mano sinistra un po' staccato dal palmo della mano e appare più sporgente verso l'esterno. Oltre a questo segno particolare, va evidenziato il suo carattere apparentemente schivo e taciturno. Amante dell'Abruzzo, ha vissuto parte della sua infanzia tra Pescara, Francavilla e la costa dei trabocchi".

Una storia che si infittisce di mistero e alimenta l'ansia di chi lo aspetta con trepidazione.

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