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Cronaca Centro / Via Torquato Tasso

Cantiere tra via Tasso e via Trilussa, i residenti vanno in Procura

Presentato un esposto contro il progetto del gruppo D'Andrea che prevede un palazzo di 8 piani da realizzare all'incrocio tra via Tasso, via Trilussa e via De Sanctis. Critiche anche da Maurizio Acerbo (RC)

Non piace ai cittadini il progetto del gruppo D’Andrea che prevede la realizzazione di un palazzo di 8 piani all’incrocio tra via Tasso, via Trilussa e via De Sanctis. Trenta persone hanno presentato un esposto alla Procura; nei giorni scorsi ci aveva già pensato Maurizio Acerbo, consigliere comunale di Rifondazione Comunista.

Secondo i residenti sarebbero state commesse alcune irregolarità: "Dall’osservazione del cantiere - si legge nell'esposto - si nota che la ditta The Town ha realizzato interventi sulle aree oggetto di cessione, con elementi strutturali propri dell’edificio, oltrepassando gli allineamenti prescritti. L’amministrazione ha però approvato un progetto del tutto mancante delle quote riferite alle distanze. Ci si interroga sulla legittimità dell’approvazione del progetto".

Viene inoltre ricordato che l'iniziale progetto di un edificio con una grande piazza pubblica e un’area verde sarebbe stato sostituito da un grattacielo "di 8 piani, più 2 interrati", mentre la piazza pubblica "è sparita, diventando un parcheggio privato". Proprio il fatto che il progetto preveda "la cementificazione dei piani interrati fatta sotto il manto stradale" sembra costituire, secondo i cittadini, "un danno per la pubblica amministrazione".

Acerbo, invece, contesta il fatto che "l’intervento autorizzato stravolge l’assetto urbanistico-edilizio contenuto nel piano di recupero, e quindi il ridisegno del lotto urbano interessato, delle strade all’intorno con l'eliminazione sul lato sud-est, in corrispondenza della via Trilussa, di un ampio spazio aperto a uso pubblico. In sintesi, il permesso di costruire n. 352/12 è stato rilasciato, sempre in ragione della dichiarata applicazione del decreto sviluppo, in contrasto sia con il PRG che con le indicazioni e i contenuti del piano di recupero stesso e con alcuni parametri come l’altezza massima (che non può superare quella “degli edifici preesistenti e circostanti”) o con l’art. 5 del decreto sviluppo che consente “le modifiche della sagoma necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti”. Perché il Comune non ha revocato in autotutela il permesso? Il dirigente e l'assessore sono stati più volte sollecitati a verificare. Lo hanno fatto e sono giunti alla conclusione che va tutto bene?".

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