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Cronaca Bussi sul tirino

Bussi, incendio nella discarica dei veleni: paura e polemiche

Un incendio di circa 2 ettari ha interessato il terreno della discarica dei veleni di Bussi. Ora si teme che possano sprigionarsi nubi tossiche ed infiltrarsi del percolato nelle falde acquifere

Circa 2 ettari della discarica dei veleni di Bussi, considerato fra i siti più inquinati d'Europa, sono andati a fuoco nelle ultime ore. Un incendio infatti ha interessato un'area dove sono presenti grosse concentrazioni di sostanze tossiche. A denunciare l'accaduto il Forum H20 degli ambientalisti abruzzesi, che attacca gli enti pubblici che non hanno provveduto a mettere in sicurezza il sito nonostante le disposizioni della Magistratura.

Incendio discarica Bussi

Gli ambientalisti dichiarano: "Il fuoco ha danneggiato diverse linee, un danno fortunatamente risolvibile abbastanza facilmente. Quello che più preoccupa sono le emissioni in atmosfera e, in generale, lo stato del tutto inaccettabile in cui versa questo sito nazionale di bonifiche. L'incendio si aggiunge ad anni di fuoriuscita dei cancerogeni verso valle attraverso la falda che presenta valori di inquinamento di migliaia i volte i limiti di legge. Viene da chiedersi: dobbiamo credere al Codice Penale quando prevede il reato di omessa bonifica? Cosa ha da dire la Magistratura rispetto alla condizione in cui versa il sito? È normale per il Ministero dell'Ambiente trovarsi in queste condizioni a 10 anni dal primo sequestro e a 9 anni dalla perimetrazione del Sito Nazionale di Bonifica? Per parte nostra non possiamo che provare una profonda indignazione per uno Stato che non funziona davanti a grandi multinazionali."

Il commento

Anche Sinistra Italiana Abruzzo, con il segretario regionale Licheri, interviene sul caso: "Siamo molto preoccupati per come continua ad essere gestito il territorio di Bussi che non merita questa profonda disattenzione e superficialità. A distanza di tanto troppo tempo chiediamo alla Regione e al Ministero di battere un colpo: a nostro avviso non è accettabile che il Ministero dell'Ambiente resti silente e che ci si trovi trovi in queste condizioni a 10 anni dal primo sequestro e a 9 anni dalla perimetrazione del Sito Nazionale di Bonifica.
Ad oggi sia la salute dei cittadini sia un futuro di reindustralizzazione serio per la Val Pescara non si vedono. Si sentono solo tante chiacchiere e spot elettorali che sembrano andare in fumo insieme all'incendio appena accaduto."

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