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Cronaca

Autostrada Pescara-Roma, nuovo aumento dal 1° gennaio

Piccone (Ncd): "Assurdo il +9%". D'Alessandro (Pd): "Non penalizzare i pendolari". Ma il sindaco de L'Aquila Cialente rassicura dopo aver interpellato il ministero: "Aumento solo dell'1,5%"

Ha rischiato di trasformarsi in un regalo di Natale decisamente indigesto la notizia secondo cui la società Strada dei Parchi, che gestisce le autostrade A24 e A25 (dunque anche la Pescara-Roma), voleva aumentare i pedaggi con una stangata del +9% a partire dal prossimo 1° gennaio.

Tuttavia il primo cittadino dell'Aquila, Massimo Cialente, tra i sindaci che si erano subito ribellati a questa temibile possibilità, ha scritto sulla propria pagina Facebook che "dopo aver chiamato personalmente il ministro Maurizio Lupi, il vice ministro Riccardo Nencini mi ha autorizzato a comunicare ufficialmente che la nostra autostrada subirà un aumento solo dell'1,5%, pari a quello di tutte le autostrade italiane". 

Prima delle rassicurazioni di Cialente, si erano registrate le lamentele del parlamentare abruzzese del Nuovo centrodestra, Filippo Piccone, e del sottosegretario alla Giunta regionale, Camillo D'Alessandro (Pd).

PICCONE - "È assurdo l'aumento di circa il 9% dei pedaggi che la Strada dei Parchi vuole adottare dal primo gennaio sulle tratte autostradali abruzzesi A24 e A25 - ha affermato Piccone - Ho manifestato al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, tutta l'indignazione della stragrande maggioranza degli abruzzesi costretti già dallo scorso anno a subire l'ennesimo aumento da parte dell'autostrada dei Parchi. Ho riscontrato immediatamente da parte del ministro tutta la sua sensibilità, tanto da rassicurarmi che non permetterà alcun aumento del 9%, restando fermo al massimo all'1,5% relativo all'inflazione programmata. Non potevamo permettere che ogni anno la Strada dei Parchi si trasformasse in autostrada dei 'pacchi' con conseguente sorpresa amara per gli abruzzesi".

D'ALESSANDRO - Il sottosegretario D'Alessandro ha invece annunciato che la Regione chiederà alle società di gestione delle autostrade la non applicazione degli aumenti previsti ai pendolari: "Siamo consapevoli - spiega - che gli aumenti sono legati a un contratto che prestabiliva la scansione degli investimenti nel tempo con i corrispondenti aumenti tariffari. Tuttavia appaiono non sostenibili sul carico dei lavoratori gli aumenti annuali che pesano ormai eccessivamente sulla loro condizione economica. La questione va risolta anche tenendo conto di un necessario confronto tra tariffe e chilometri negli altri tratti autostradali italiani. Altra partita, invece, riguarda il governo nazionale. Non è più pensabile che del gettito che le società di gestione del servizio autostradale versano ogni anno allo Stato neanche un euro torni sul territorio che ha prodotto quel gettito, ovvero l'Abruzzo. Parte di quelle risorse può essere riconosciuta alla Regione, che a sua volta dovrà investirle sul sistema stradale regionale e interregionale".

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