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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il testimone oculare, la pistola e le chat: questi gli elementi che incastrerebbero i presunti responsabili dell'agguato della strada parco

Tre gli elementi che avrebbero consentito agli inquirenti di ricostruire i fatti e identificare il presunto mandante e il presunto esecutore dell'omicidio dell'architetto Walter Albi e il tentato omicidio dell'ex calciatore Luca Cavallito: i dettagli

La testimonianza di Luca Cavallito, le chat trovate nei cellulari rinvenuti sul luogo del delitto e il ritrovamento delle prove fisiche a cominciare dal caricatore della pistola che sarebbe stata usata per uccidere Walter Albi e ferire lo stesso Cavallito:  sono questi per gli inquirenti gli elementi che inchioderebbero lo storico capo ultrà pescarese Mimmo Nobile e il calabrese Natale Ursino che avrebbe forti legami con la 'Ndrangheta, alle loro responsabilità. I due sono stati arrestati in quanto ritenuti rispettivamente il mandante e l'esecutore dell'agguato consumatosi in un bar della strada parco il primo agosto 2022. 

A ricostruire i fatti sono stati nel corso di una conferenza stampa, il procuratore capo Giuseppe Bellelli, il questore Luigi Liguori e il capo della squadra mobile Gianluca Di Frischia che ha eseguito con i suoi uomini le due misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari.

“Il testimone oculare ci ha fornito indicazioni molto precise su chi era l'uomo che ha sparato – ha spiegato Bellelli -. Ci ha detto di aver riconosciuto l'autore del delitto”. Un'accusa chiara e un primo importante elemento per gli inquirenti cui si aggiunge, questo il secondo, quanto emerso dalle analisi condotte sui due smartphone trovati sul luogo del delitto subito dopo i fatti. Le chat e altri elementi in essi contenuti avrebbero consentito di ricostruire i rapporti di Albi e Cavallito con Nobile e Ursino. “Non si producevano tanto beni o servizi, ma si faceva muovere denaro o si svolgevano attività”, ha detto ancora Bellelli riferendo anche del presunto movente che avrebbe portato alla decisione di uccidere i due: il mancato rispetto di un accordo preso e pagato, ma non onorato. Secondo quanto detto dallo stesso procuratore, Albi e Cavallito avrebbero dovuto trasportare via mare, avendo il primo la patente nautica, qualcosa di importante (forse denaro) o qualcuno. Sul perché e sul dove non sono state date spiegazioni dato che sulla vicenda si sta ancora lavorando per fare pienamente chiarezza, ha sottolineato Bellelli.

Il terzo elemento che inchioderebbe Nobile e Ursino quello delle prove fisiche rinvenute e cioè il caricatore della pistola che sarebbe stata utilizzata per il delitto, lo scooter che sarebbe stato utilizzato per compierlo, il casco che l'omicida avrebbe indossato per non essere riconoscibile, un altro telefono cellulare e un paio di scarpe sportive. Tutte cose trovate un mese dopo il delitto in strada vicinale del Pantano, una traversa di via Fontanelle. Lo stesso luogo dove proprio il primo agosto 2022, il giorno dell'agguato, era stata rinvenuta poche ora prima de delitto una moto da cross Ktm. Il mezzo con cui, questa un'ipotesi, l'assassino avrebbe forse dovuto raggiungere inizialmente il bar per uccidere Albi e Cavallito. Il motorino sarebbe stata quindi una seconda scelta con il mezzo abbandonato poi nello stesso luogo.

Oggetti non facili da trovare, hanno spiegato Liguori e Di Frischia, perché lasciati in un'area dove la vegetazione è fitta e alta tanto che si è dovuti intervenire con decespugliatori e altri attrezzi per poter condurre le ricerche. "Elementi di svolta" li ha definiti Bellelli riferendosi in particolare a quel caricatore che avrebbe consentito di identificare l'arma come quella usata per sparare ad Albi e Cavallito, ma anche di risalire alla matricola della pistola scoprendo così che era la stessa rubata ad una guardia giurata poche settimane prima e cioè l'11 luglio 2022 quando una rapina a mano armata è stata messa a segno al centro agroalimentare di Cepagatti.  Episodio questo per cui tra gli iscritti sul registro degli indagati c'è proprio Mimmo Nobile. 

Questi dunque i punti di forza dell'indagine che, per l'accusa, giustificano le misure cautelari in carcere restando sempre salva la presunzione d'innocenza.

Sebbene non strettamente legato all'agguato, altra attività importante svolta dagli inquirenti, è stata quella che ha consentito di arrestare Ursino. L'uomo che avrebbe legami con la 'Ndrangheta è stato prelevato ieri sera, martedì 13 febbraio, da un ristorante di Fiumicino. Intensa l'attività di intercettazione telefonica portata avanti non con poche difficoltà dato che, ha spiegato il capo della mobile Di Frischia, utilizzava utenze intestate ad altri e criptate. Individuato si è proceduto con la massima organizzazione e cautela consapevoli del fatto che se non lo si fosse trovato sul posto si rischiava di perderne le tracce, hanno spiegato ancora gli inquirenti.

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