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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Rosciano

Arrestato Roberto Di Santo: il covo era a Rosciano

Quando ha capito di essere stato catturato, Roberto Di Santo ha chiesto ai carabinieri altri due giorni di libertà. "Devo andare a Roma"

"Devo andare a Roma, lasciatemi altri due giorni di libertà".

Sono le parole pronunciate da Roberto Di Santo, il bombarolo di Roccamontepiano ricercato dall'8 gennaio scorso per tre attentati incendiari compiuti nell'area metropolitana pescarese. Il 57enne disoccupato, quando ha capito che la sua folle fuga e la sua sfida con le Forze dell'Ordine si stava concludendo con una sconfitta, ha chiesto ai militari altri due giorni di libertà per andare a Roma, dove probabilmente voleva compiere un altro gesto eclatante per attirare l'attenzione su di sè, l'Ultimo Profeta capace di riportare ordine e giustizia assoluta nel mondo.

E Roberto Di Santo probabilmente era attrezzato per colpire ancora, stando almeno al materiale recuperato nel suo "covo" di Rosciano, dove aveva accuratamente occultato il suo camper. All'interno infatti i carabinieri hanno trovato una pistola ad aria compressa senza tappetto rosso, la bicicletta da lui utilizzata per gli spostamenti a Chieti ed una bombola di GPL piena. Trovato anche un computer ed una piccola televisione portatile, oltre ai dei viveri.

Arresto Roberto Di Santo

L'uomo aveva sicuramente pianificato tutto: lui stesso, una volta arrestato, ha ammesso di aver compiuto gli attentati rivendicati poi con i Dvd lasciati davanti alla redazione di Rete 8. C'era lui ovviamente dietro l'incendio dell'auto dei vicini a Cepagatti, c'era lui dietro la bomba costruita artigianalmente e posizionata nella casa della sorella, c'era lui dietro l'auto inciendiata davanti al Tribunale di Chieti e nell'incendio dell'ex casa famiglia di Chieti, nella quale ha anche ammesso di aver dormito per una notte.

Parole confuse, deliranti quelle pronunciate davanti ai Carabinieri, simili a quelle scritte nei suoi tre libri e nel suo blog personale. Di Santo c'è l'ha con il mondo intero, contro le ingiustizie, contro le istituzioni anche se ha da subito ammesso di non aver mai voluto colpire o fare del male a qualcuno.

Gesti simbolici che, però, potevano trasformarsi in tragedie, come confermato dalle perizie degli artificieri. I carabinieri, spiega il Colonnello Galanzi Comandante Provinciale dei Carabinieri di Pescara, lo hanno trovato durante un pattugliamento del territorio. L'area in cui si muoveva ormai era definita: quella fra Chieti Scalo, Cepagatti, Alanno e Rosciano. E proprio a Rosciano, in un casolare abbandonato, lo hanno stanato.

IL VIDEO DELL'ARRESTO

L'uomo ha accennato una fuga ma non ha poi opposto resistenza all'arresto. Si era abilmente camuffato per non farsi riconoscere: oltre ad aver tagliato barba e capelli, aveva usato anche del trucco per non farsi riconoscere. Secondo i carabinieri, i suoi spostamenti sarebbero avvenuti in bicicletta o in autobus. Probabilmente il camper è rimasto parcheggiato e nascosto a Rosciano fin dall'8 gennaio, giorno in cui è iniziata la serie di attentati. Per ora non si esclude che possa avere avuto un complice, anche se sarà determinante l'interrogatorio di garanzia che si terrà lunedì.

Ora si trova in carcere a San Donato.

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