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Cronaca Montesilvano

Anziano morto in ascensore, la difesa chiede il rito abbreviato 

Happy Ayegbeni è la donna nigeriana di 35 anni inizialmente imputata per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte del pensionato Donato Piangiarella, 74 anni, trovato senza vita il 6 settembre 2014 nell'ascensore di una palazzina a Montesilvano

E' stata rinnovata in tribunale, a Pescara, la richiesta di rito abbreviato da parte dei legali di Happy Ayegbeni, la donna nigeriana di 35 anni inizialmente imputata per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte del pensionato Donato Piangiarella, 74 anni, trovato senza vita il 6 settembre 2014 nell'ascensore di una palazzina in via Cerrano a Montesilvano.

Modificato il capo di imputazione

Nell'udienza precedente il pubblico ministero aveva modificato il capo di imputazione, che da omicidio preterintenzionale si e' ridotto ad omissione di soccorso ed oggi si e' tenuta una nuova udienza per permettere alla difesa, rappresentata dall'avvocato Simone Matraxia, di decidere se procedere con il rito abbreviato, come richiesto inizialmente, o con il rito ordinario. Il gup Elio Bongrazio ha fissato la data della discussione al prossimo 31 ottobre. Sulla base al nuovo capo d'imputazione, Ayegbeni e' accusata di omissione di soccorso perchè "dopo avere avuto, all'interno della propria abitazione, un alterco con Piangiarella Donato, nel corso del quale l'uomo riportava una ferita lacerocontusa in sede fronto-temporale per l'urto contro un margine rimanendo steso a terra, ometteva di prestare l'assistenza occorrente e di darne immediato avviso all'Autorita' ed anzi portava fuori dalla propria abitazione, abbandonandolo all'interno dell'ascensore condominiale, il corpo del Piangiarella, il quale decedeva per insufficienza cardiaca acuta da ischemia miocardica acuta in grave coro-miocardiosclerosi".

L'opinione dell'avvocato di parte civile

A giudizio dell'avvocato di parte civile, Alfredo Di Francesco, che assiste la moglie ed il figlio di Piangiarella, sarebbe stata invece una spinta a provocare la caduta della vittima. Di Francesco dice di confidare nel fatto che "un giudice scrupoloso come quello che si sta occupando del caso compia tutti gli approfondimenti necessari, perche' non e' possibile liquidare la morte di quest'uomo con una semplice omissione di soccorso". 

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