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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Nove lupi, cinque grifoni e due corvi imperiali morti avvelenati a Cocullo, le associazioni: "Un crimine verso la biodiversità"

Nei giorni scorsi il ritrovamento delle prime carcasse con il bilancio che si è fatto sempre più grave. A trovarle insieme ai carabinieri forestali i volontari delle associazioni Rewilding Apennines e Salviamo l'orso che con altre 21 ora chiedono interventi alle autorità. La presidente della Leidaa farà denuncia contro ignoti

Nove lupi, cinque grifoni e due corvi imperiali morti per avvelenamento nel territorio di Cocullo. Già nei giorni scorsi erano state trovate alcune carcasse nel raggio di 300 metri, ma quel numero in dieci giorni è aumentato in modo esponenziale e a riferirlo è Rewilding Apennines con un post a firma di 23 associazioni in cui denuncia come gli animali morti siano stati trovati durante le attività di monitoraggio condotte con l'associazione Salviamo l'Orso, i carabinieri forestali e il servizio sorveglianza del Parco nazionale d'Abruzzo.

Quello che si sta consumando si legge nella nota, “è un crimine contro la biodiversità”. L'episodio si è verificato nello specifico fuori da aree protette, ma comunque “nell'importante corridoio ecologico che unisce il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco naturale regionale Sirente Velino, zona frequentata anche dal raro orso bruno marsicano. Negli anni scorsi – proseguono le associazioni - nella stessa area e nello stesso periodo sono avvenuti episodi analoghi, che in un caso hanno ucciso per avvelenamento anche due aquile reali”.

Uno dei lupi trovati morti a Cocullo a seguito dell'avvelenamento - foto di Dara Brodey

“Lo spargimento di bocconi avvelenati o carcasse con veleno sul territorio è una pratica criminale che deve essere combattuta e condannata e che rappresenta una minaccia per la sicurezza, non solo della fauna selvatica, ma anche dell'uomo e degli animali da compagnia. L'impatto di queste attività illegali – prosegue la nota - è enorme e spesso difficile da verificare nella sua totalità, riflettendosi a cascata su tutti gli animali che di volta in volta si alimentano su queste fonti”.

Le 23 associazioni fanno quindi sapere di aver scritto e inviato una lettera alle autorità nazionali, regionali e locali competenti in materia ambientale e di polizia giudiziaria “per chiedere con forza incisive azioni di prevenzione del fenomeno degli avvelenamenti e di rafforzare le procedure di intervento e investigazione, al fine di ridurre il più possibile questo gravissimo rischio per la biodiversità e per le comunità umane, rendendosi disponibili a un incontro”. L'appello poi lo rivolgono anche ai cittadini perché ognuno di loro “sia consapevole che questi crimini sono purtroppo ancora presenti e possa farsi portavoce di una cultura diversa, fatta di conoscenza e rispetto della natura, di attaccamento al luogo e di coesistenza con la fauna selvatica”.

Ad intervenire è anche la presidente nazionale della Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente) Michela Vittoria Brambilla che sulla sua pagina social parla di “strage di animali”. “Presenteremo denuncia contro gli ignoti responsabili dell’avvelenamento – annuncia -. L’interessata narrazione sugli orsi-killer e i lupi cattivi tende a mettere in ombra i casi, quelli sì veri e numerosissimi, di bracconaggio ai danni anche di specie particolarmente protette e ciò non è accettabile”.

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