Il Tribunale di Chieti ha condannato per usura, con l'aggravante di aver commesso il fatto in danno di una persona che esercitava attività artigianale, quattro persone (tra cui due pescaresi e un montesilvanese).

Le condanne per usura

Otto anni di reclusione e 15.000 euro di multa sono stati inflitti a O.D.I., originario di Ortona, all’epoca dei fatti direttore di una filiale di banca, estranea alla vicenda; 7 anni e 10.000 euro ciascuno sono stati inflitti a R.D.R., di Pescara, A.C., di Pescara, e ad A.G., di Montesilvano. 

I quattro sono stati anche condannati a risarcire i danni in separato giudizio e a una provvisionale di 10.000 euro alla moglie e ai due figli della vittima che si sono costituiti parte civile.

La vittima si tolse la vita nel 2012

La vittima era il titolare di una ditta individuale che operava nel settore dell'agricoltura: l'uomo, probabilmente a causa della difficile situazione economica in cui si trovava, si tolse la vita, impiccandosi, alla fine di gennaio 2012. I fatti contestati nel processo ai quattro imputati riguardano le condizioni usurarie per alcuni prestiti fatti all'agricoltore.

Quest'ultimo, fra aprile 2011 e gennaio 2012, ricevette 50.000 euro: 40.000 euro arrivavano da uno dei condannati e 10.000 da un altro di loro. Un prestito che la vittima garantì consegnando due assegni da 20.000 euro ciascuno e poi altri due assegni, da 15.000 euro e da 10mila. A tali somme si aggiunsero 6.500 euro, ovvero il ricavato della vendita di un trattore.

Un altro dei condannati fece due prestiti alla vittima: un primo prestito di 30.000 euro nel giugno 2010 per il quale erano stati pattuiti interessi consistenti nella restituzione di una somma oscillante fra 2.500 e 2.600 euro da pagare il giorno 4 di ogni mese. Per il secondo prestito di 35.000 euro, invece, gli interessi da pagare ammontavano a 4.000 euro al mese.