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Cronaca

Trento, affitto negato a ragazza pescarese: "È solo per chi viene da Triveneto e Lombardia"

Nel capoluogo del Trentino una studentessa universitaria, nostra concittadina, si è trovata costretta a intrattenere una conversazione allucinante: "Ma non è giusto sdrammatizzare o minimizzare, questo è razzismo"

"Non posso affittarti la stanza perchè sto cercando ragazze del Triveneto o della Lombardia. Niente di personale".

Questo è quanto si è sentita rispondere una giovane universitaria di Pescara dal proprietario di un appartamento a Trento. La vicenda è stata riportata dal quotidiano online "L'Universitario", nonchè da Trento Today. La ragazza, che frequenta già da qualche anno la Facoltà di Giurisprudenza nel capoluogo del Trentino, sta cercando un nuovo alloggio, e così contatta il numero di telefono segnalato su un annuncio chiedendo informazioni via sms.

LA NOTIZIA SU TRENTO TODAY

"Sei meridionale? Non ti affitto la stanza": la storia di una studentessa pescarese a Trento

La risposta, però, è agghiacciante: il padrone di casa precisa di accettare soltanto inquiline del Triveneto o della Lombardia, cioè del nord Italia. Per i meridionali "niente di personale", ma non c'è posto: "E' puramente una mia esigenza". Alla risposta, sbigottita, della pescarese, che gli chiede spiegazioni, l'uomo taglia corto: "Scusa ma non ho tempo da perdere. Ciao".

Tra l'altro, stando a quanto raccontato dalla giovane universitaria, non sarebbe neanche la prima volta che un proprietario di casa si rifiuta di dare un immobile in affitto ai meridionali:

“Sono delusa, svilita, arrabbiata, dispiaciuta. Purtroppo l'unica spiegazione che possa giustificare quello che è successo è il razzismo”.

Lo screenshot della vergogna

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Razzismo a Trento?

Insomma, si tratterebbe di vero e proprio razzismo tra italiani. La nostra concittadina desidera che questa storia possa essere conosciuta da quante più persone possibili:

“Non è giusto minimizzare, non è giusto sdrammatizzare, non è giusto chiudere gli occhi. Bisogna chiamare le cose con il loro nome, e le uniche parole che possano dirsi per questa situazione sono: pregiudizio e discriminazione. E nel 2018, in una città come Trento, quella che io ho scelto come sede dei miei studi e della mia formazione, vivere episodi come questo è davvero una sconfitta”.

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