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Cronaca

Acqua pubblica: "Campagna di obbedienza civile, la democrazia va applicata"

In Abruzzo non solo non sono stati applicati i risultati referendari, ma alcuni Sindaci stanno approvando un aumento delle tariffe. Il 25 Febbraio a Pescara c'è stato un incontro per promuovere il "Fame", Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Marsiglia

Sulla base del Referendum del 12 e 13 Giugno 2011 quando 27 milioni di persone si sono recate alle urne votando 4 volte si per l'abrogazione di alcune norme, due delle quali riguardavano la gestione pubblica dell'acqua, le autorità locali avrebbero dovuto non solo impedire la privatizzazione dei gestori idrici locali, ma anche abolire dalla bolletta la quota della remunerazione del capitale investito, un vero e proprio premio di profitto garantito al gestore del servizio idrico.
 

Due vittorie che però vengono messe sempre a dura prova sia dal Governo tecnico che più volte ha espresso la volontà di voler privatizzare i servizi pubblici in house, come del resto è stato fatto anche nel recentissimo DL Liberalizzazioni che, fra le altre impone alle stesse società di attenersi al patto di stabilità. Il il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua dunque vuole attuare un modello di ripubblicizzazione dei servizi idrici esattamente come è stato fatto a Napoli con la nascita dell’Azienda speciale “Acqua Bene Comune”.
 

In Abruzzo la democrazia espressa attraverso il Referendum non è stata rispettata. Ad esempio non è stata eliminata dalla bolletta la voce della remunerazione del capitale investito che comporta un aumento della tariffa da un minimo del 7% fino ad oltre il 20%. Questa voce doveva essere cancellata a partire dal 21 Luglio 2011 comportando così una diminuzione delle tariffe che invece stanno per essere aumentate proprio per volontà dei gestori locali e dei Sindaci che discutono di questi argomenti in importanti riunioni definiti ASSI che a livello provinciale hanno sostituiti gli Ambiti Territoriali Ottimali. In particolare i Sindaci hanno espresso un parere favorevole sulle proposte di revisione dei Piano d’Ambito elaborate dal Commissario regionale dell’ATO Unico Ing. Caputi con revisioni della tariffa che comportano  l’aumento delle bollette per gli abruzzesi.
 
L'unica Assemblea dei Sindaci a non essere favorevole a questo aumento delle tariffe è stata quella della Provincia di Pescara che, essendo stata messa sotto pressione dai cittadini e dai comitati per l’Acqua Bene Comune che premevano affinché l'aumento delle tariffe non fosse votato, si è resa disponibile ad aprire un tavolo di trattative con le associazioni con il fine di raggiungere un'applicazione reale dei risultati referendari. Questo tavolo di confronto sarà fondamentale anche per l'ACA S.p.A. i cui azionisti sono i Comuni che da tempo è interessata da numerose inchieste da parte dell'Autorità Giudiziaria.
 

Il problema che riguarda l'Abruzzo in realtà riflette l'intera situazione italiana ed è per questo motivo che  il Forum Italiano dei Movimenti per Acqua ha promosso a livello nazionale  la campagna di obbedienza civile “Il mio voto va rispettato!” il cui fine principale è l'applicazione dei risultati referendari con relativa remunerazione del capitale investito dalle nostre bollette.
Una campagna sposata a pieno anche dai comitati locali che coinvolgeranno lavoratori e cittadini a far sentire la propria voce istituendo anche dei tavoli informativi

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