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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il Wwf Chieti-Pescara contro gli immediati rimboschimenti dopo gli incendi: "La natura ha bisogno dei suoi tempi"

Per l'associazione ambientalista sarebbe un errore puntare sugli “immediati rimboschimenti” annunciati dal presidente Draghi

Il Wwf Chieti-Pescara ritiiene un errore puntare sugli “immediati rimboschimenti” annunciati dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. 
Si investa piuttosto nella prevenzione e in adeguati sistemi di gestione e di controllo, sostiene l'associazione ambientalista. 

"C’è un errore di fondo nell’intenzione, annunciata dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, di immediati rimboschimenti nelle aree percorse dal fuoco in queste torride giornate di agosto", scrive il Wwf, "investire ingenti quantità di denaro pubblico per piantare nuovi alberi può rappresentare, come i fatti di cronaca hanno molte volte confermato, un incentivo per i piromani e non già un deterrente. L’emotività, inevitabile dopo un rogo che cancella boschi, aree protette o anche, come a Pescara, un vero e proprio simbolo dell’identità cittadina (la Pineta dannunziana), spinge a immaginare piantumazioni che possano restituire relativamente in fretta quello che è stato distrutto dalle fiamme, ma non è così che si risolve il problema. Era già accaduto, in Abruzzo, per il disastroso incendio sul monte Morrone: l’allora presidente della Regione D’Alfonso prometteva nuovi alberi già mentre ancora crepitavano le fiamme. Le scelte fortunatamente furono diverse e ora, a distanza di qualche anno, se ne possono cominciare ad apprezzare gli effetti positivi".  

Questo quanto aggiunge il Wwf: "La lotta agli incendi boschivi ha bisogno di profondi ripensamenti soprattutto nella fase della prevenzione, a cominciare da un rinnovato impegno nel contrasto agli elementi di rischio: proibizione dei fuochi d’artificio e del lancio di lanterne volanti; cucina all’aperto solo in strutture apposite; sfalcio costante dell’erba secca accanto al tracciato ferroviario e in altre zone a rischio, divieto assoluto di accendere fuochi durante i mesi caldi… il tutto ovviamente con una adeguata sorveglianza e multe salate per i trasgressori. Occorre nel contempo una più saggia programmazione della fase gli interventi di emergenza, a cominciare dall’affidamento della gestione dei canadair (di proprietà pubblica!) a una struttura dello Stato e non già, come oggi avviene, a società private. Questo discorso di carattere generale va applicato anche alla situazione locale. È comprensibile che i cittadini, turbati da quel che è accaduto, puntino al “tutto e subito” chiedendo in molti territori, non soltanto con la raccolta di firme in corso a Pescara, che si provveda immediatamente a ripristinare quello che il fuoco ha divorato. La natura però vuole i suoi tempi e nelle aree protette la strategia è necessariamente diversa rispetto a quella che può essere applicata nei boschi e nei giardini creati dall’intervento umano. Senza dimenticare che, come hanno sottolineato in questi giorni i carabinieri-forestali, ci sono anche piante “amiche del fuoco” che dalle fiamme traggono vantaggio per la germinazione dei propri semi. La messa in sicurezza, affidata a mani esperte, è l’unico intervento davvero urgente. Sul ripristino il presidente Draghi fa bene ad annunciare cospicui investimenti, ma il denaro non va indirizzato verso l’acquisto e la piantumazione di nuovi alberi quanto piuttosto impegnato per favorire una diversa politica di gestione, fatta di rispetto per le dinamiche naturali, prevenzione e controlli". 

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