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Martedì, 19 Marzo 2024
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Anche Confcommercio scende in piazza con gli imprenditori del settore wedding: "Vogliamo subito risposte dal Governo"

Venerdì 26 febbraio scenderanno in piazza Salotto a manifestare i lavoratori e gli imprenditori del comparto dei matrimoni per chiedere tutele e garanzie per il prossimo futuro

Si chiama "Insieme per il wedding" la manifestazione prevista per la giornata di domani venerdì 26 febbraio dalle 10 in piazza salotto, dove gli imprenditori ed addetti del settore matrimoni protesteranno chiedendo risposte e tutele immediate al Governo per un comparto che sta vivendo davvero una situazione emergenziale a causa della pandemia. Anche Confcommercio Pescara aderisce alla manifestazione organizzata da Marina Franceschini presidente dell'associazione "Atelier Sposi e Cerimonie" aderente a Confcommercio.

Il sit in si terrà anche in molte altre città italiane, per un settore letteralmente in ginocchio a causa delle restrizioni con un calo delle celebrazioni addirittura del 90%. Nel 2019 si sono svolti oltre 360 mila eventi privati con almeno 40 partecipanti, con 90 mila imprese in Italia fra dirette e indotto per un totale di 1 milione di lavoratori:

Questo sta creando problemi che il comparto non è in grado né di sopportare né di assorbire. Migliaia di aziende hanno già dichiarato la liquidazione o hanno iniziato le procedure fallimentari, e migliaia di nuovi fallimenti sono attesi nei prossimi mesi. Questi fallimenti non riguardano unicamente le singole aziende ed i propri dipendenti, ricordiamo inoltre che circa l'ottanta percento delle occupate nella filiera sono donne, ma l’intera supply chain. Vengono quindi a mancare decine di fornitori consolidati, distruggendo una filiera che poi non si ricostruirà se non si interverrà immediatamente.

Fino ad ora, spiega Confcommercio, i ristori e provvedimenti di sostegno economico non hanno incluso il settore wedding/cerimonie/eventi.Fra le principali richieste al Governo, un indennizzo pari al 40% della diminuzione di fatturato, esenzione da Imu, Tari e Ires per due annalità o uno sgravio di almeno il 70%, prestiti bancari pari al fatturato del 2019 con garanzia statale del 100%, prolungamento delle casse Cig e Fis fino al giugno 2022 e una moratoria sui mutui sempre fino a quella data.

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