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"Il vino abruzzese è una merda": la satira di De Sica. Ma esiste un limite?

A qualcuno fa storcere il naso una battuta pronunciata dall'attore nel suo prossimo film. Ma la comicità non toglie autorevolezza alla qualità di un prodotto e non può essere sempre sottoposta a censura preventiva

Noi abruzzesi, si sa, siamo sempre molto suscettibili quando vengono messe in discussione, sia pure per scherzo, le eccellenze della nostra tavola. E il Montepulciano non può esserne esente. Inevitabile, dunque, che stia facendo discutere una battuta che Christian De Sica pronuncia nel suo ultimo film "Natale a tutti i costi", in uscita il 19 dicembre su Netflix.

In questi giorni, infatti, sta circolando il trailer della commedia diretta da Giovanni Bognetti, che si apre proprio con una "offesa" al nostro vino più celebre. De Sica è a tavola con la sua famiglia quando l'attore Claudio Colica inizia a tessere le lodi di un rosso, precisando che ha vinto il titolo di “Bottiglia dell’anno in Abruzzo”. Christian sembra apprezzare, ma alla domanda: "Com'è?", risponde serafico: "Una merda!".

A questo punto bisogna porsi un semplice quesito: in un'epoca di politically correct "a tutti i costi" (giusto per parafrasare il titolo del lungometraggio) ci sono delle cose che non si possono più dire o va invece riconosciuto che, pur essendo necessario fare attenzione alla sensibilità di tutti, a volte una battuta resta soltanto una battuta e quindi non sarebbe il caso di prendersela più di tanto? Se infatti si continua a ragionare nell'ottica che, ogni volta che si tocca un argomento, potrebbe sempre esserci qualcuno che si offenda, prima o poi si arriverà ad ammazzare la satira.

Tra l'altro, chi si sta scandalizzando per questa sortita di De Sica evidentemente non conosce neanche bene il suo personaggio, che usa etichettare proprio con quell'epiteto volgare - lo ha già fatto in passato in altri cinepanettoni - ciò che altri ritengono squisito e che lui però, interpretando di solito la parte di un cafone, non apprezza. Ma si tratta, appunto, di finzione. Non a caso lo stesso Christian ha più volte mostrato indignazione di fronte a chi sembra pensare che lui sia così anche nella vita di tutti i giorni. Il buon De Sica porta da sempre sul grande schermo una figura ben precisa, che è quella dell'italiano medio, privo di tatto e, in una parola, materiale. Ma questa sua maschera non corrisponde a quello che lui è nella realtà.

Altro discorso, ovviamente, va fatto in merito a tutta una serie di umorismi di stampo razzista o sessista che troviamo in buona parte delle produzioni italiane tra gli anni '70 e '80 e che ormai - in questo caso giustamente - sono stati consegnati alla storia ma, di sicuro, non verranno mai più replicati in prodotti futuri. Di conseguenza una battuta, per quanto triviale, non toglie autorevolezza al Montepulciano d'Abruzzo né deve essere ritenuta lesiva dell'immagine della nostra enogastronomia. Resta un'uscita, probabilmente infelice, ma che va accolta per quello che è: pura comicità.

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