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Il Wwf sull'uomo ferito da un colpo di fucile: "L'Abruzzo non può trasformarsi in un campo di battaglia"

A dirlo è il Wwf Abruzzo commentando il caso dell'uomo di 71 anni ferito da un colpo di fucile sparato da un cacciatore sabato scorso a Montebello di Bertona al confine con il territorio comunale di Penne

«L’Abruzzo non può trasformarsi in un campo di battaglia».
A dirlo è il Wwf Abruzzo commentando il caso dell'uomo di 71 anni ferito da un colpo di fucile sparato da un cacciatore sabato scorso a Montebello di Bertona al confine con il territorio comunale di Penne. 

L'associazione ambientalista, che parla di «assurdo incidente» segnala spari a ridosso delle abitazioni e delle aree protette, denuncia troppi scarsi controlli e invita i cittadini proprietari di terreni a chiedere alla Regione (sono gli ultimi giorni che c'è questa possibilità) il divieto di caccia nei propri fondi agricoli.

«La zona è a ridosso della riserva naturale regionale e oasi Wwf Lago di Penne», sottolinea il direttore dell'Oasi Fernando Di Fabrizio, «dove da tempo il personale segnala spari anche di notte tra l’area protetta e il centro abitato. Il territorio vestino non può trasformarsi in un campo di battaglia. Si tratta di aree limitrofe alla nostra riserva, frequentate da appassionati di natura, escursionisti e da tante persone impegnate nei lavori agricoli. Da anni segnaliamo, insieme ai residenti della zona, la pericolosità di una simile pressione venatoria». 
Il Wwf Abruzzo segnala anche che «alla caccia ordinaria, già di per sé pericolosa per la pubblica incolumità com’è dimostrato, purtroppo, da decine di incidenti, si aggiunge quella effettuata dai cacciatori-selettori che utilizzano armi di grande gittata, come le carabine, anche vicino ai centri abitati. In pratica tra la caccia ordinaria e quella di selezione molte aree della nostra regione sono interessate da una costante pressione venatoria». 

«Non è tollerabile che i cittadini rischino di essere feriti da colpi di fucile uscendo di casa o nei propri terreni privati», afferma Filomena Ricci, delegato del Wwf Abruzzo, «si organizzi una sorveglianza reale e degna di questo nome che tuteli chi vuole fruire del territorio facendo passeggiate, escursioni, osservazioni o lavorando il proprio terreno agricolo. È davvero assurdo che ci si debba preoccupare della propria incolumità mentre si svolgono queste attività, mentre a un piccolo gruppo di cittadini, che ha come hobby quello di uccidere animali, sia consentito di scorrazzare ovunque». 

Il Wwf infine ricorda che chi vuole vietare la caccia o l’ingresso dei cacciatori nei propri fondi o terreni agricoli ha ancora qualche giorno di tempo per tutelarsi: può richiederlo alla Regione Abruzzo (si veda l'immagine che segue) entro il 27 ottobre, scrivendo al Dipartimento dello Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca. 

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