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Sabato, 20 Aprile 2024
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Marcinelle, 23 le vittime di Manoppello, 60 quelle abruzzesi: il ricordo dei parenti nel giorno della memoria

Cittadini e istituzioni non hanno fatto mancare la loro presenza, con il sindaco che ha partecipato al ricordo celebratosi in Belgio: la figlia di una delle vittime chiede che la cappella dedicata alla tragedia venga riconosciuta come monumento nazionale

In tutto furono 262 i minatori che non uscirono mai dalla miniera di carbone di Bois du Carzier e che forse avrebbero potuto non essere i protagonisti di una tragedia annunciata. Gli italiani erano 136. Gli abruzzesi 60 e di questi 23 erano di Manoppello oggi considerata “città martire”. Era l'8 agosto del 1956: la cittadinanza insieme alle non dimentica e oggi, a 66 anni da quel dramma che resta una ferita mai sanata, ha ricordato le tante troppe vittime di Marcinelle.

Una cerimonia sentita e partecipata quella che si è svolta questa mattina con la presenza delle vedove Lucia Romasco e Maria Di Valerio che sono state involontarie protagonista della tragedia, oltre ai familiari delle vittime tra cuiAgostino Sacco, arrivato dallaCampania e fratello di Antonio, il più giovane minatore morto a Marcinelle: aveva 16 anni. Con loro anche Raffaele Bortoliero figlio di un ex minatore morto di silicosi che ha scritto il libro “Lavoro, carbone e morte”. Ci sono anche ex minatori, come Antonio Parisi, che hanno lavorato in altre miniere del Belgio. Tutti riuniti nell’associazione “Marcinelle per non dimenticare” che gestisce anche un centro di documentazione a Manoppello. La cerimonia si è tenuta nella piazza intitolata proprio ai caduti di Marcinelle e si è aperta con la deposizione di una corona d'alloro al monumento in memoria delle vittime del Bois du Cazier. Dalle voci di chi lì ha perso qualcuno e di chi in miniera ha lavorato il ricordo delle pessime condizioni in cui ci si trovava a vivere, tra fame e miseria. Lucia Romasco ha raccontato di quel terribile giorno: lei aveva 21 anni e un figlio di 10 mesi quando suo marito Santino Di Donato che di anni ne aveva 26 morì nella tragedia. Commovente anche il racconto di Camilla Iezzi che porta il nome del padre mai conosciuto e che ha chiesto pubblicamente che la cappella di Marcinelle venga riconosciuta come monumento nazionale.

Tutti hanno ricordato le pessime condizioni di lavoro, la fame, la miseria. Fra loro, Lucia Romasco racconta della terribile esplosione a Bois du Cazier. Aveva 21 anni e un figlio di 20 mesi, quando suo marito Santino Di Donato, che ne aveva 26, non tornò più dalla miniera. Camilla Iezzi, che si chiama come il padre che non ha mai conosciuto che oggi ha chiesto pubblicamente che la Cappella di Marcinelle venga riconosciuta come Monumento nazionale. “Non è superfluo ricordare quanto Marcinelle appartenga al nostro vissuto di comunità. A 66 anni da quella che è comunemente riconosciuta come la catastrofe per antonomasia degli italiani all’estero siamo, ancora oggi, e come ogni anno trascorso da allora, a commemorare le vittime e lo facciamo con profonda commozione - dichiara il sindaco Giorgio De Luca dal Belgio dove ha partecipato alle celebrazioni per la tragedia –. L’incendio nella miniera di Marcinelle non costituì solo l’ennesimo tributo di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea migratoria degli italiani all’estero. Ringrazio l’ambasciatore, tutte le autorità del Belgio ed internazionali presenti, il direttore del Bois du Cazier Jean-Louis Delaet e abbraccio idealmente tutti i familiari delle vittime”. “Non sarà mai sufficiente commemorare Marcinelle e ricordare quelle storie di fame e miseria, ma anche di grande dignità che interessano l’epopea migratoria italiana – aggiunge l'assessore Giulia De Lellis presente alla celebrazioni di Manoppello - Oggi celebriamo con devozione le vittime di un disastro nazionale, esprimiamo vicinanza ai familiari dei caduti, ma, nel contempo, abbiamo il dovere di consegnare al futuro questo patrimonio imprescindibile di testimonianze, per non dimenticare cosa accadde in quegli anni in cui la vita degli italiani valeva meno del carbone. Proprio per questo sarà messo in campo un importante progetto che vedrà coinvolti i Comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Serramonacesca e Scafa, le scuole e le associazioni degli ex minatori”.

A Manoppello la cerimonia in ricordo delle vittime di Marcinelle

Presenti alla cerimonia il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, le massime autorità provinciali e locali dell’arma dei carabinieri e della polizia di Stato con il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara Colonnello Riccardo Barbera e il comandante del Norm di Popoli, tenente Cleto Della Rosa e il questore di Pescara Luigi Liguori, del consigliere regionale Guerino Testa, della consigliera del Comune di Charleroi del Bois du Cazier Line Manouvrier arrivata dal Belgio e del sindaco di Turrivalignani Gianni Placido. Con loro, oltre alla De Lellis Lellis, per la giunta comunale erano presenti Maria Esposito e Antonio Costantini e ai consiglieri comunali Davide Iezzi e Stefano Mancini. Presenti i sindacati con Antonio Perseo, delegato della Cgil e il presidente dell’associazione Marcinelle per non dimenticare Davide Castellucci. Al termine della cerimonia, i presenti si sono spostati nel vicino cimitero di Manoppello paese per un doveroso tributo ai defunti di Marcinelle che lì riposano, insieme, in una cappella che è stata recentemente ristrutturata dal Comune. Nel pomeriggio si terrà la santa messa celebrata nella chiesa di San Nicola di Bari. La giornata si concluderà con lo spettacolo teatrale “Rosario” di Antonio Luise che racconta la storia di un minatore di Roccacaramanico preceduto dalla lettura dei nomi delle vittime abruzzesi del Bois du Cazier. In serata saranno accese 262 candele in piazza Marcinelle per rendere omaggio ai minatori scomparsi.

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