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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La Regione convoca tavolo di confronto, termina lo sciopero della fame e della sete contro green pass e vaccini ai minori

Si interrompe oggi, venerdì 8 ottobre, la protesta messa in atto da Nico Liberati davanti alla basilica della Madonna dei Sette Dolori

È finito lo sciopero della fame e della sete messo in atto da Nico Liberati per protestare contro l'obbligatorietà del green pass per i lavoratori e la vaccinazione nei confronti dei minorenni. 
La decisione deriva dalla convocazione da parte della Regione Abruzzo di un tavolo di confronto richiesto dal movimento No Green Pass e Non toccate i minori.

L'incontro si terrà lunedì 11 ottobre mentre lo sciopero della fame e della sete era cominciato lunedì 4 ottobre, per il quale ha subito anche un ricovero.

«Esprimo tutta la mia gratitudine per la sensibilità umana dimostrata da tutti i partecipanti e con particolare affetto ringrazio gli amici delle Marche che si sono dimostrati solidali e presenti per tutta la durata della manifestazione», dice Liberati, «gratitudine anche al presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, agli assessori Nicoletta Verì, Pietro Quaresimale e alla presidente della Commissione Pari Opportunità Maria Franca D’Agostino per l’apertura al confronto che, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, è il vero medicinale per curare le ferite di una comunità sempre più divisa».

Nel tavolo di confronto verranno valutate le possibili iniziative proposte per: censurare tutti i comportamenti discriminatori; attuare misure per la gratuità dei tamponi (almeno per i minori); approvazione dei protocolli domiciliari; attivazione di un sistema di monitoraggio attivo per le eventuali reazioni avverse delle terapie vaccinali sui minori.

«Ringrazio Nico liberati a nome di tutti i componenti del movimento No Green Pass  e Non toccate i minori», aggiunge in una nota Francesco Ciattoni, «con il suo gesto abbiamo raggiunto un traguardo per la collettività tutta. Anche e soprattutto per quella parte di collettività che dava, o da ancora, scarsa importanza alle criticità sociali da noi sollevate ormai da tempo».

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