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L'associazione Angsa denuncia: "Terapie per i bambini e i ragazzi autistici interrotte, è sconcertante"

Il budget della Asl di Pescara sarebbe insufficiente per proseguire il percorso riabilitativo di oltre 15 famiglie

«In seguito alla comunicazione della fondazione Oltre le Parole di un budget insufficiente per proseguire il percorso riabilitativo di oltre 15 famiglie e, in seguito a colloqui con il presidente della fondazione, Victoriano Lemme, denunciamo una situazione sconcertante, non solo per le terapie saranno interrotte da lunedì 13 febbraio, provocando numerosi danni ai bambini e ai ragazzi, ma anche per le liste di attesa per la presa in carico, i cui tempi si allungano sempre di più fino a data da destinarsi».
A parlare è Alessandra Portinari, presidente dell'Angsa Abruzzo, l'associazione nazionale genitori persone con autismo.

Così prosegue la Portinari: «Non possiamo più accettare tali carenze da parte della Asl di Pescara e dopo aver svolto un’azione di mediazione con la Regione Abruzzo e con la fondazione Oltre le Parole porteremo avanti, con tutte le nostre forze e con i mezzi che abbiamo a disposizione, le istanze delle famiglie coinvolte e di quelle che non inizieranno prontamente le terapie, nonostante abbiano avuto una diagnosi precoce di autismo. È evidente che la Asl di Pescara non ha elaborato un fabbisogno reale rispetto ai numeri delle persone con autismo presenti sul territorio di Pescara, pertanto, chiediamo un incontro immediato e urgente con Vincenzo Ciamponi, con Renato Cerbo, alla presenza dell’assessore Nicoletta Verì, i quali dovranno, attraverso Angsa Abruzzo, rispondere alle famiglie della grave situazione in atto».

Poi dall'Angsa Abruzzo ricordano: «Già nei mesi scorsi la fondazione Oltre le Parole annunciava ai pazienti che non essendo andati a buon fine gli innumerevoli tentativi effettuati nei confronti della Asl di Pescara e dell'assessorato alla Sanità di adeguare il budget per garantire la presa in carico era venuta meno ogni possibilità di continuare il percorso sanitario. Da quel momento le famiglie hanno convissuto con l’angoscia di vedersi interrompere le terapie da un momento all’altro, fino all’ultimatum di alcuni giorni fa quando convocati in riunione gli è stato anticipato che il centro non aveva più le risorse ed era costretto a procedere dimettendo una quindicina di ragazzi di cui 13 del centro diurno». Angsa Abruzzo immediatamente si è schierata al fianco del comitato spontaneo delle famiglie cercando di portare avanti una complicata opera di mediazione tra centro Oltre le Parole e Regione Abruzzo. Proprio quando la situazione sembrava essersi sbloccata con lo stanziamento delle risorse non solo per garantire la prosecuzione delle terapie per gli utenti attuali, ma anche per dare accesso alle tante famiglie impantanate nelle famigerate liste d’attesa, inspiegabilmente il tavolo è saltato ed è tornato l’incubo delle dimissioni.

«Come associazione», si legge ancora nella nota, «noi continueremo a garantire il nostro supporto al fianco delle famiglie. Non solo la Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo nonché interesse della collettività (art. 32) ma con la l. 134/2015 l’autismo è stato inserito nei Lea (livelli essenziali di assistenza). Anche in ragione di ciò il servizio sanitario nazionale deve garantire alle persone con disturbi dello spettro autistico le prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche (articolo 60 Dpcm 12 gennaio 2017). Abbiamo quindi allertato il nostro responsabile legale, avvocato Christian Bove, che laddove si dovesse concretizzare l’incubo delle dimissioni depositerà ricorso d’urgenza dinanzi la Magistratura per l’immediato reintegro degli utenti e valuteremo anche se sussistono i presupposti per eventuali esposti per interruzione di pubblico servizio. La Corte Costituzionale si è pronunciata più volte nel senso che le esigenze di bilancio non possono condizionare l'erogazione dei servizi fondamentali (tra le tante: sentenza n. 275 del 2016)».

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