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Il comitato "Strada parco bene comune" sul mezzo elettrico annunciato da Masci: "Il Rampini E80 non è un minibus"

Il portavoce Ivano Angiolelli fornisce il punto di vista del comitato riguardo al veicolo a zero emissioni che dovrebbe entrare in servizio lungo via Castellamare Adriatico dal mese di gennaio

«Il Rampini E80 non è un minibus». 
A sostenerlo è Ivano Angiolelli, portavoce del comitato "Strada parco bene comune", che dice la sua riguardo al veicolo elettrico che dovrebbe transitare lungo via Castellamare Adriatico dal mese di gennaio come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Carlo Masci.

«A scanso di equivoci», scrive Angiolelli, «è opportuno fare chiarezza sulla sperimentazione che il Comune di Pescara ha annunciato in questi giorni circa l’impiego dei bus elettrici Rampini E80 sul corridoio verde ciclo pedonale di Pescara a partire da prossimo mese di gennaio. Nell’immagine allegata è riprodotto il Rampini E80, acquistato un anno fa in cinque esemplari, i primi due già consegnati. Si tratta di un bus elettrico lungo m 7,79 x 2,20 x 3,25 di altezza. Un autobus a tutti gli effetti, idoneo al trasporto pubblico in servizio di linea urbana, quindi non proprio un minibus di quelli che circolano nelle aree pedonali delle grandi città in funzione di navetta (Rampini E60). Tanto più impattante se il bus elettrico fosse impiegato sul corridoio verde ad alto livello di servizio e a velocità commerciale sostenuta: di tal che, la variegata utenza della strada parco finirebbe confinata sulla pista ciclabile discontinua e promiscua annessa allo striminzito marciapiede lato monti. Si tratterebbe, in questo caso, di un esproprio di fatto della funzione sociale del viale, che incontrerebbe la forte resistenza del comitato. Resta inteso che una sperimentazione siffatta, funzionale a coprire la tratta che va dal palacongressi di Montesilvano fino al tribunale di via Lo Feudo, potrebbe essere consentita solo ad avvenuto collaudo preventivo, a fini di sicurezza, dell’infrastruttura nel suo complesso, previo consenso del Mims e della Regione Abruzzo titolare del procedimento».

Poi Angiolelli conclude: «E per sistemare il fondo stradale sconnesso, allargare i marciapiedi, rimodulare le 37 banchine di fermata all’altezza standard di 15 centimetri, abbattere le barriere architettoniche, attivare i semafori e la segnaletica orizzontale e verticale... e via dicendo, il direttore dei lavori della filovia ha elaborato un computo metrico estimativo del valore di 14,677 milioni di euro. Mentre la Regione Abruzzo, con apposita determina dirigenziale, ha preso atto che per la definizione completa delle opere e per l’adempimento compiuto ed efficace di tutte le prescrizioni contenute nel “Nullaosta tecnico a fini di sicurezza” del 15 marzo 2021, sarà necessario predisporre e approvare una quarta e ultima perizia di variante. Tanto varrebbe, allora, attendere, prudenzialmente, la decisione di merito che il Tar di Pescara ha rinviato all’udienza del 14 ottobre 2022: posto che, con merito a data fissa, vige la cosiddetta “sospensiva di fatto”, peraltro già sottoposta dallo studio legale Di Tonno all’attenzione del collegio giudicante in occasione della prima udienza del 10 settembre scorso, rinviata allo scopo il 24 detto. Il tempo delle scorciatoie rocambolesche è finito. Grazie».

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