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Il comitato "Strada parco bene comune" notifica i "motivi aggiunti" al ricorso amministrativo

Lo studio legale degli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno ha notificato agli enti interessati al procedimento intestato alla filovia di Pescara un “ricorso per motivi aggiunti”

Il comitato "Strada Parco bene comune" fa sapere di aver notificato un ricorso amministrativo per "motivi aggiunti" riguardo al progetto della filovia.
«Dai documenti acquisiti in sede di “accesso civico agli atti amministrativi”», scrive il presidente del comitato, Ivano Angiolelli, «sono emerse gravi irregolarità procedimentali, deficit istruttori, manifeste incongruenze, illogicità e contraddittorietà dei provvedimenti assunti, anche in aperta violazione del “principio di precauzione” cui si assomma quello di razionalità e logicità, che dovrebbe sempre ispirare il corretto agire della Pubblica Amministrazione, sotto plurimi aspetti dirimenti per la sicurezza delle persone, connessi con l’improbabile entrata in esercizio dell’impianto di trasporto collettivo in sede propria, ipotizzato nel lontano 1992 e mai realizzato sul corridoio verde ciclo pedonale di Pescara e Montesilvano».

«Nel caso in esame», prosegue Angiolelli, «poi, è indiscutibile come in relazione alla Strada Parco (alle sue attuali caratteristiche strutturali e alle ridotte dimensioni del sedime e dei marciapiedi, per lunghi tratti non percorribili e inaccessibili ai portatori di disabilità), il ministero dei Trasporti, nel percepire l’esistenza di un “rischio rilevante” che incombe sull’impianto filoviario malamente progettato, sconti nondimeno un’ampia incertezza sulla portata del rischio in rilievo in termini di sicurezza complessiva della circolazione: qual è finanche il possibile intralcio frontale tra due filobus che marciano in direzione opposta a velocità sostenuta. Così trascurando che in materia di sicurezza non sarebbero in alcun modo consentite interpretazioni “elastiche” della stringente normativa di settore. Senza considerare che Il transito del filobus implicherebbe in ogni caso lo stravolgimento dell’attuale configurazione dello stato dei luoghi, così come fruiti e apprezzati da tutta la cittadinanza, specialmente quanto al verde pubblico a dimora destinato a divenire un doloroso ricordo».

Così poi conclude Angiolelli nel motivare il ricorso amministrativo: «Vi è, poi, l’errato riferimento alle dimensioni della “carreggiata” (larga mediamente appena sette metri), in luogo della più pertinente dimensione minima delle corsie, intese, in conformità al Codice della Strada, come la distanza che intercorre tra gli assi longitudinali delle strisce bianche che la delimitano, di larghezza minima mai inferiore a metri 3.50. A riprova del fatto inequivocabile che le corsie ritagliate sulla Strada Parco appaiono inidonee ad accogliere, a fini di sicurezza, i vettori tipici del trasporto rapido di massa a doppio senso di marcia che siano sprovvisti di vincoli a terra di assistenza alla guida, come capita nel caso del filobus Van Hool Exqui.City 18 T prescelto a Pescara. Il corposo pregiato documento contiene anche la “istanza cautelare” della sospensione del provvedimento ministeriale del 15 marzo decorso, giacché illegittimamente condizionato da una serie di prescrizioni qualificate come “modifiche ancora da compiersi in termini di risoluzione di problematiche puntuali (percorribilità dei marciapiedi, attraversamenti pedonali, ecc.). Che finirebbero per svilire - ove malauguratamente realizzate - l’impianto pescarese alla stregua di un autobus di linea urbana convenzionale a bassa velocità commerciale, quindi privo di alcuna utilità marginale. E, come tale, del tutto inconferente con lo spirito e le prerogative tecniche ed economiche tipiche dei sistemi di trasporto rapido di massa in sede riservata, di cui alla legge finanziatrice numero 211/1992».

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