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Covid in carcere, proclamato uno stato di agitazione con sit in

All’interno del carcere di Pescara, spiega la sigla sindacale Sinappe, "attualmente permane un focolaio con circa 30 detenuti positivi al Covid-19 e la salute dei colleghi è messa a rischio proprio dalla mal gestione dell’emergenza. Noi diciamo basta"

Il Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria proclama per venerdì 19 marzo uno stato di agitazione con alcuni sit in davanti alle carceri della Regione Abruzzo. Partendo dalla casa circondariale di Pescara, dove le problematiche connesse alla carenza di organico (poliziotti previsti 166, in forza 114, di cui 15 donne) e alla ridotta capacità degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria di poter assolvere correttamente i propri compiti istituzionali, il Sinappe manifesterà "per dire basta a queste continue prese in giro da parte delle amministrazioni locali, regionali e centrali".

All’interno del carcere di Pescara, spiega la sigla sindacale, "attualmente permane un focolaio con circa 30 detenuti positivi al Covid-19 e la salute dei colleghi è messa a rischio proprio dalla mal gestione dell’emergenza. Noi diciamo basta a questa gestione che non tutela i diritti dei lavoratori. Il personale di polizia penitenziaria sta pagando in prima persona lo scotto della mancanza di personale, subendo pericolose e intollerabili aggressioni da parte dei detenuti".

I poliziotti penitenziari hanno "raggiunto livelli di stress da lavoro correlato altissimi, dovuti alla “costrittività lavorativa”. Nel penitenziario di Pescara (ma anche in altri istituti della Regione) proprio in ragione della carenza organica vengono negati ai poliziotti i diritti sanciti e il personale è costretto a permanere quotidianamente sul luogo di lavoro ben oltre l’orario ordinario, nonostante ai superiori uffici venga comunicato il regolare svolgimento di servizio sui previsti 4 quadranti".

Il Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria chiede "più sicurezza e tutela per tutti, investimenti mirati a salvaguardare il benessere del personale. I vertici dell’amministrazione penitenziaria sono a conoscenza delle gravi criticità, causa dell’aumento del livello di stress. Tutti sanno ma a nessuno importa!".

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