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Sospensione delle tasse cimiteriali e protocolli condivisi per le salme da Coronavirus, le richieste di Federcofit

Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento

Nessuna sospensione per le tasse cimiteriali, né per quella d`ingresso né per quella sui diritti di tumulazione e se, in tempo di pandemia, non sei stato abbastanza previdente da comprarti un loculo, o una concessione per la sepoltura, anche in questa circostanza bisogna pagare subito.
Accade in molti Comuni d`Abruzzo, sebbene non in tutti con Pescara che, ad esempio, ha optato per la dilazione di pagamento.

A raccontarlo all`Agenzia Dire è Pierpaolo Di Rocco, presidente della Federcofit Abruzzo, associazione che riunisce attorno a sé molte delle onoranze funebri del territorio.

Di Rocco lancia un appello etico e sociale, passando per la denuncia di una situazione che pesa soprattutto sulle famiglie e, di conseguenza, sulle aziende funebri. Spesso, spiega, sono loro ad anticipare le tasse cimiteriali, raccontando anche uno spiacevole episodio che lo ha visto protagonista con un Comune del pescarese del quale Di Rocco, "per rispetto del difficile momento" non vuole citare. "Non è il momento di fare polemiche. Ci siamo occupati di un funerale. Il giorno dopo dal Comune ho ricevuto una mail di sollecito di pagamento, con la famiglia, in quarantena, che in realtà aveva già pagato. Ho chiesto loro di girarmi la distinta di pagamento e l`ho inviata io all`amministrazione. I Comuni e alcune ditte appaltatrici che gestiscono i cimiteri - prosegue - al posto di pensare ad alleviare il problema, ne creano". Per questo, spiega, la Federcofit nazionale, con il sostegno di quella regionale, ha chiesto di inserire nella legge nazionale, la legge Foscolo, di far tornare in capo alla famiglia la scelta su chi deve occuparsi delle tumulazioni, uscendo "dal regime di monopolio attuale che fa capo alle ditte appaltatrici". 

Un problema economico, dunque, ma anche e soprattutto etico dove a fronte di qualcuno che incassa, ci sono le famiglie che, a causa della crisi imposta dalla pandemia, hanno visto diminuire le entrate e che, soprattutto, si trovano a vivere un lutto inatteso che, con il distanziamento sociale, si fa ancora più fatica a elaborare. Per Di Rocco la categoria è stata "abbandonata" sotto molteplici aspetti compreso quello sanitario, per il quale chiede si intervenga in termini di tutela. "C'è una circolare ministeriale che parla di come intervenire sulle salme Covid che su quelle sospette, ma non esiste un protocollo condiviso", come confermano alll`agenzia Dire anche due associati Federcofit, Pierluigi Di Zio che le onoranze funebri le ha a Loreto Aprutino ed Emidio De Florentiis che opera invece su Pescara. "Il Dpcm - sottolinea Di Rocco - è stato indirizzato ai medici curanti, ai dentisti. A tutte le categorie: l`unica a cui non è stato indirizzato quella delle pompe funebri". Un problema di gestione procedurale che si fa sentire soprattutto quando si tratta di decessi avvenuti tra le mura domestiche. "Dicono che dobbiamo consultarci con il medico curante per sapere se la persona aveva dei sintomi compatibili con il Coronavirus - aggiunge -. Peccato che il 70% dei medici curanti non hanno il buon senso di rispondere dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina a fronte di quel 30% che, invece, meriterebbero un encomio. E io come faccio a sapere se la persona o un parente che è lì è stato o meno contagiato? Anche noi abbiamo un incarico di pubblico servizio, ma siamo gli unici che si stanno dando fare in silenzio sopportando anche gli eccessi della burocrazia". Problema nel problema quello dei dispositivi di protezione individuale che, confermano tutti, ognuno si è dovuto procurare da solo. "La Federcofit è riuscita a prenderne - conclude Di Rocco -, ma solo a blocchi di 100 e a un costo di 9.97 l`una".

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