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Una soccorritrice ricorda la tragedia di Rigopiano: "Fu un'estenuante corsa contro il tempo"

Il giorno dopo la slavina Sonia Marini, oggi consigliera comunale a Penne, era presente sul posto per dare man forte ai soccorsi: "Ricordo di aver trovato una situazione spettrale"

È appena tornata dalla cerimonia di commemorazione delle 29 vittime di Rigopiano, e non può dimenticare che 6 anni fa c'era anche lei a prestare i primi soccorsi: Sonia Marini, oggi consigliera comunale a Penne, il giorno dopo la tragedia era già presente sul posto, "e ogni volta - racconta - rivivere quegli attimi mi angoscia fortemente. Ho un ricordo vivido di ciò che furono quei giorni. La sera del 18 gennaio, le linee telefoniche erano guaste e appresi soltanto dal Televideo che una slavina aveva colpito l’hotel. Da lì cominciò il mio calvario: cercai di mettermi in comunicazione con chiunque per avere informazioni, ma invano. Fuori c’era tanta neve ed era impensabile mettersi in macchina per raggiungere quel posto, Farindola, che era casa mia, il posto dove lavoravo. Quella notte non dormii per la preoccupazione e l’indomani mi alzai molto presto per andare a lavoro: ne approfittai per uscire di casa non appena lo spazzaneve liberò la strada".

A quel punto, prosegue Marini, "con i colleghi ci mettemmo dietro la colonna dei soccorsi: quelle ore sembravano interminabili, sentivamo il cuore battere sempre più forte nel petto, l’angoscia pervadere lo stomaco, la paura di arrivare tardi assorbire completamente i nostri pensieri. Non avevamo comunicazioni da nessuno, sapevamo che qualcosa di orribile fosse accaduto, ma mai potevamo immaginare di quell’entità. Arrivata finalmente a Rigopiano, posso testimoniare che niente era più come prima. Ricordo di aver trovato una situazione spettrale: una distesa completamente bianca e l’hotel sparito nel nulla, non riuscivo nemmeno ad orientarmi perché tutto era bianco e non avevo punti di riferimento. Cielo e terra erano di un colore univoco, mi sembrava di vivere dentro un incubo".

Sotto il profilo psicologico fu difficile superare quella situazione: "Ebbi giornate intere di smarrimento totale in cui avevo perso completamente il senso del tempo che trascorreva", riferisce Marini. Per me era troppo sopportare quello che era accaduto. Piansi moltissimo. Lassù mi misi al servizio di tutti, chiedendo a chiunque volesse fare una pausa di cedermi la pala. Ho scavato all’impazzata, tonnellate di neve, in un'estenuante corsa contro il tempo, non sentivo il peso della fatica nè avvertivo freddo. Grazie all’impegno di tutti i soccorritori (vigili del fuoco, soccorso alpino, forze dell’ordine, forze armate), che non smetterò mai di ringraziare, siamo riusciti a mettere in salvo solo pochi superstiti e purtroppo trovare i corpi di chi non ce l’aveva fatta".

Marini parla di "una tragedia che ha segnato indelebilmente la mia vita. Lavoro ancora a Farindola e quotidianamente mi reco a Rigopiano: guardo le foto delle vittime, alcune delle quali erano miei diretti conoscenti e non riesco a trattenere le lacrime dell’ingiustizia. Sono trascorsi 6 anni, ma la ferita non si rimarginerà mai. Noi ce la mettemmo tutta, contro le forze avverse della natura e contro il tempo. Facemmo quello che potemmo, ma per alcuni, troppi, non potemmo sconfiggere l’atroce destino. Quello che è certo è che non potremo mai dimenticare", conclude la consigliera comunale.

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