Poche ore di lavoro e salari bassissimi: inaccettabili per i sindacati le condizioni di lavori degli addetti alle pulizie degli uffici postali
La Filcams Cgil di Pescara e quella di Chieti insieme alla Uiltrasporti Abruzzo denunciano le "illegittimità", come le definiscono, delle condizioni di lavoro del servizio appaltato da Poste Italiane dalla cui direzione non avrebbero mai avuto alcun riscontro
Inaccettabili per la Filcams Cgil Chieti e Pescara e per la Uiltrasporti Abruzzo le condizioni di lavoro degli addetti alla pulizia degli uffici postali delle due province.
“Da molto tempo, per decisione unilaterale di Poste Italiane, l’appalto in oggetto è caratterizzato da una frammentazione che rende particolarmente complessa la tutela collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono i servizi di pulizia – denunciano con una nota congiunta Daniela Primaterra (Filcams Cgil Chieti), Attilio Petrella (Filcams Cgil Pescara) e Attilio Petrella (Uil trasporti Abruzzo) -. Nel corso degli anni si sono verificate problematiche di vario genere, come diminuzioni degli orari di lavoro nei vari cambi di appalto o ritardi, da parte di qualche ditta, nella corresponsione dei salari. Interpellata più volte, la direzione di Poste Italiane non ha mai dato un riscontro”, denunciano i sindacati.
A peggiorare la situazione le “pesanti ripercussioni che ci saranno sui salari, già molto esigui dati che la maggior parte dei contratti di lavoro prevede intorno alle 10 ore settimanali – denunciano ancora -. A ciò si aggiunga che in questi giorni alcune delle aziende appaltatrici stanno pressando i dipendenti allo scopo di ottenere il loro consenso alla riduzione degli orari individuali di lavoro”.
“Tale comportamento è illegittimo – concludono le sigle -: le rappresentanze sindacali chiameranno a risponderne le ditte interessate e, in solido, la stessa committente che sta attuando delle scelte inaccettabili che rendono l’appalto per il servizio di pulizia degli uffici postali insostenibile dal punto di vista occupazionale, salariale e sociale”.