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Vigilanza privata e servizi di sicurezza, scioperano i lavoratori impiegati nei siti aeroportuali

Il prossimo 25 giugno incroceranno le braccia i dipendenti delle imprese di vigilanza privata e servizi di sicurezza: dopo lo sciopero del 2 maggio “niente di nuovo sul fronte occidentale”

Le guardie particolari giurate e servizi sicurezza ricordano che la trattativa per il rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro, scaduto il 31 dicembre 2015, è ancora in stallo. Dopo un percorso di trattative "faticoso" per "tentare di migliorare le nostre condizioni di lavoro e dare dignità all’impegno quotidiano, diurno, notturno, feriale e festivo", le associazioni datoriali nella giornata del 18 marzo "hanno risposto di non avere il mandato delle aziende alla prosecuzione del negoziato". Il 13 aprile, a Roma, è stato convocato l’attivo unitario delle rappresentanze sindacali e delle strutture del settore vigilanza, al termine del quale è stata decisa una giornata di mobilitazione che si è svolta a Roma il 2 maggio, facendo registrare una grande adesione allo sciopero di 24 ore con migliaia di lavoratori in piazza da tutta Italia.

In attesa di concordare nuove iniziative a livello nazionale, le organizzazioni sindacali regionali continuano la protesta bloccando il lavoro straordinario ed effettuando esclusivamente l’orario di lavoro giornaliero ordinario. Il prossimo 25 giugno incroceranno le braccia i dipendenti delle imprese di vigilanza privata e servizi di sicurezza impiegati nei siti aeroportuali. Sono dunque previsti disagi all'Aeroporto d'Abruzzo. "Vogliamo manifestare lo sdegno delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore - scrive Angelo Sifrido Mancin - nel constatare che questo rinnovo è atteso da ben oltre 6 anni dai circa 100 mila Lavoratori del comparto. Non possiamo continuare ad avere stipendi inadeguati: è vergognoso, e con l’andamento dell’inflazione di questo periodo stiamo subendo una gravissima penalizzazione".

La retribuzione di una guardia giurata "può partire da uno stipendio minimo lordo di 1.058,06 euro al mese al 6° livello (circa 15.000 euro lordo all'anno), inferiore di 500 euro (-32%) rispetto alla retribuzione mensile media in Italia. Mentre lo stipendio massimo lordo al mese è di 1.914,03 euro al livello più alto (quadro)", spiega ancora Angelo Sifrido Mancin.

Tra le retribuzioni più basse "troviamo quella dei servizi fiduciari e/o servizi di sicurezza, che va da un minimo lordo di 747,14 euro al livello “F” (poco più di 4,60 euro l’ora), per arrivare allo stipendio massimo lordo di 1.461,43 euro al livello “A”. Ci permettiamo di rammentare che in merito si sono espressi anche i tribunali del lavoro di Torino e Milano, stabilendo che si tratta di salari al di sotto della soglia di povertà, incompatibili con l’articolo 36 della Costituzione che garantisce al lavoratore una retribuzione “proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Riteniamo di essere una categoria con pochi diritti, tanti doveri e con troppe limitazioni, siamo stanchi e non accettiamo più bluff né prese in giro, la misura adesso è colma". Di conseguenza "chiediamo un’immediata ripresa delle trattative che siano portate avanti dalla parte datoriale, con massima serietà e concretezza, per arrivare a un contratto giusto e dignitoso".

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