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I lavoratori della vigilanza privata protestano per il rinnovo del contratto: "Sono 8 anni che nuotiamo controcorrente"

Angelo Sifrido Mancin alza la voce: "Nella repubblica delle banane chiedere un salario congruo rappresenta una provocazione"

Si trovano da ben 8 anni senza il contratto nazionale di lavoro. Ma adesso gli operatori della vigilanza privata hanno deciso di dire basta e, tramite il loro rappresentante Angelo Sifrido Mancin, affermano: "Sono 8 anni che nuotiamo controcorrente. Eh, sì, perché chiedere un salario congruo rappresenta una provocazione. È passato un pochino di tempo da quando con una missiva chiedevamo che venissero riconosciute le nostre aspettative, ci teniamo a dire del tutto lecite. Nonostante ciò, ci vediamo costretti a ribadire di nuovo attraverso una “letteruccia”, così l’ha definita qualcuno, il nostro concetto di congruità. Salari uniformati all’art 36 della costituzione. Regole che privilegino la qualità della vita".

Poi Mancin aggiunge: "In molti ricorderanno il decreto legislativo 66/2003 azzerato per volontà dei piagnoni aziendali dall’allora ministro del lavoro Sacconi, contribuendo ad aggravare insieme al decreto Maroni le condizioni dei lavoratori. È inutile fare l’elenco di tutte le nefandezze proposte dalle associazioni datoriali ma non vogliamo cedere di un millimetro continuando a rivendicare dignità e congruità e non possiamo e non vogliamo fermarci nel perseguire il nostro intento e stavolta lo facciamo mettendo sul piatto le cifre, partendo dai disarmati che nel corso del prossimo triennio di vigenza contrattuale dovrebbero veder salire i loro stupendi di 350 euro lordi in modo da sanare il gap di anticostituzionalità. Per gli armati 170 euro lordi nel triennio. Senza dimenticare l’aumento del 40% delle indennità ferme ormai al 2008".

La situazione è seria e non va sottovalutata: "Ricordiamoci che è passato un altro anno da quel 2 maggio, dove con forza e compattezza abbiamo urlato tutto il disagio che ci state facendo vivere", ammonisce Mancin. "88 mesi di teatrino con la regia delle associazioni datoriali, pubblico pagante vessato anche dall’inflazione composto da tutti i lavoratori del settore che si sentono sempre più presi in giro dai vostri tentativi meschini che mirano a fiaccarci ulteriormente. Ultimo esempio la cifra offerta per sanare 8 anni di mancato rinnovo, 350 euro solo per gli armati e per i disarmati nulla, di questa cifra da capogiro la metà elargita in buoni welfare. Evidentemente non ci siamo capiti. Ci auguriamo che la nostra ennesima “letteruccia” sia l’ultima e che arrivi forte la nostra rivendicazione di equità".

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