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Diminuiscono gli stranieri in Abruzzo: le richieste di cittadinanza scese del 15 per cento in un anno

A scattare la fotografia è l'Istat che registra un calo a livello nazionale sebbene con differenze a seconda delle regioni: la maggior parte sceglie il nord-ovest, nella nostra regione sono soprattutto gli uomini a farne richiesta

Diminuiscono gli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana in Abruzzo: si è passati dal 37,2 per cento del 2020 al 22 per cento del 2021. Un dato in linea con quello nazionale (sebbene differisca a seconda della regione) dove le acquisizioni di cittadinanza sono state 12.457 e cioè il 23,5 per cento dei residenti con un calo del 7,8 per cento rispetto al 2020. Se però a livello nazionale sono soprattutto le donne a diventare cittadine italiane (la media è del 50,7 per cento), in Abruzzo la percentuale maggiore spetta agli uomini con le donne che rappresentano solo il 46,6 per cento. Nel complesso gli italiani per acquisizione della cittadinanza residenti in Italia al primo gennaio 2021 sono 1 milione 470mila 680.

Il dato emerge dal report Istat “Stranieri residenti e nuovi cittadini: caratteristiche demografiche e distribuzione territoriale. Anno 2021”.

Restando sul tema cittadinanza al femminile la percentuale più alta si registra in Valle d'Aosta dove rappresentano il 55,5 per cento. A livello generale le acquisizioni di cittadinanza si sono registrate prevalentemente nel nord-ovest (38,5 per cento) dove la presenza straniera è più radicata, con la Lombardia a fare da traino con il 24,3 per cento di acquisizioni sul totale nazionale. In rapporto alla popolazione i valori più elevati si riscontrano in Valle d’Aosta (54,1 per cento residenti) e nella provincia autonoma di Trento (52,8 per cento), mentre in Campania si registra il valore più basso (9,6% per cento). Nell’ultimo triennio le regioni che hanno visto accrescere in modo lineare il numero di acquisizioni in rapporto alla popolazione sono state la provincia autonoma di Trento (che è passata dal 35,3 per cento del 2019 al 52,8 per cento del 2021) e l’Emilia-Romagna (dal 22,7 per cento al 29,3 per cento).

La principale modalità di acquisizione della cittadinanza italiana nel 2021 è la residenza (42 per cento del totale), seguita a breve distanza dai procedimenti che avvengono per trasmissione del diritto dai genitori ai figli minori conviventi (32 per cento). Sono, invece, molto meno rilevanti le acquisizioni per matrimonio (12 per cento), l’elezione da parte dei nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età (8 per cento) e la discendenza da avi italiani (6 per cento).

Il Mezzogiorno presenta un basso peso relativo di acquisizioni per matrimonio, residenza e trasmissione sul totale dei procedimenti (nel complesso pari al 71,7 per cento contro l’88,6 per cento del Nord e l’83,7 per cento del centro). Riveste, invece, maggiore importanza in quest’area, visto il passato di terra di emigrazione, l’acquisizione per discendenza da avi italiani (che rappresenta il 21,5 per cento di tutti i procedimenti). In alcune regioni del Mezzogiorno lo ius sanguinis assorbe la maggior parte delle acquisizioni, come ad esempio in Calabria (33,9 per cento).

La numerosità di questa popolazione è rilevante non solo nell’interpretare la sostanziale stabilità della popolazione straniera negli ultimi anni (molti sono infatti coloro che negli anni da stranieri sono diventati italiani), ma anche nella lettura dei diversi fenomeni demografici. Ad esempio nel 2021 molte nozze tra stranieri e italiani sono state in realtà celebrate tra stranieri e nuovi italiani (circa il 12 per cento dei matrimoni misti). Dal punto di vista territoriale, si deve evidenziare che solamente il 12,5 per cnto dei nuovi cittadini risiede nel Mezzogiorno. Mentre soltanto in Lombardia ci sono oltre 348mila “nuovi cittadini”, in tutto il Mezzogiorno sono meno di 185mila. Se si considera l’insieme della popolazione di origine straniera (stranieri più nuovi cittadini) in diverse regioni del centro-nord la quota di nuovi cittadini si colloca oltre il 20 per cento e supera il 29 per cento nelle Marche e il 26 per cento in Veneto.

La quota di nuovi cittadini resta al di sotto del 20 per cento in tutto il Mezzogiorno tranne nelle regioni Molise e Abruzzo, dove però i numeri della popolazione di origine straniera sono contenuti. Secondo il report Istat considerando inoltre che molti di coloro che diventano cittadini italiani nel Mezzogiorno seguono una procedura per discendenza (si tratta perlopiù di eredi di emigranti italiani verso l’America meridionale) è evidente che la stabilizzazione dei migranti nel nostro Paese continua ad avvenire al centro-nord, dove gli stranieri riescono ad avviare percorsi di integrazione che portano fino all’acquisizione della cittadinanza.

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