Padovano (Sib-Confcommercio): "Il canone demaniale vada ai Comuni per la gestione delle spiagge libere"
Il presidente regionale si appella all'Anci Abruzzo perché si attivi con la sezione nazionale dell'Associazione dei comuni italiani affinché il governo preveda il versamento dei canoni pagati dai balneatori nelle casse degli enti comunali per almeno l'80 per cento
Dato che con la riforma del 2001 la gestione delle spiagge libere e con questa tutte le responsabilità che ne conseguono sono di fatto passate nelle mani dei Comuni, è ora che il canone pagato da chi ha in concessione uno stabilimento vada proprio nelle loro casse o che almeno ci vada per buona parte.
A sostenerlo lanciando un appello all'Anci Abruzzo e in particolare al presidente Gianguido D'Alberto perché si faccia parte attiva nel far sì che la proposta si tramuti in realtà, è il presidente della Confcommercio-Sib Riccardo Padovano.
Nel sottolineare che in Italia sono 5mila i chilometri di spiagge libere a fronte degli 8mila complessivi con dunque 3mila chilometri occupati da stabilimenti, ormeggi, approdi turistici e pontili galleggianti, Padovano ricorda come “fino al 2001 la gestione del demanio marittimo è stata sempre amministrata prima dal ministero della Marina mercantile e poi da quello delle Infrastrutture. Parliamo di bene pubblico e il canone è giusto che vada allo stato. Dopo il 2001 però – ribadisce - con il trasferimento delle competenze in materia, dallo Stato alle Regioni, sono entrati poi i gioco i Comuni che hanno grosse responsabilità perché sono tenuti a tenere e gestire il territorio demaniale ma anche a dirimere contenziosi. Ma quale è il riconoscimento per l’ente locale? Zero. Il canone che gli stabilimenti pagano va allo Stato e quindi l’attività amministrativa che i comuni portano avanti non è di fatto riconosciuta con un corrispettivo. Questo però con l’obbligo di garantire la fruizione delle spiagge libere chilometri e chilometri”.
Una gestione per la quale, prosegue, i Comuni non hanno risorse sufficienti dato che si tratta di tenere pulite le spiagge, fare la manutenzione ordinaria o straordinaria come quando bisogna rimuovere ciò che resta spiaggiato. Una condizione che li porta spesso a chiedere l'aiuto dei balneatori, precisa Padovano. Di qui la richiesta a D’Alberto perché “si attivi con l’Anci nazionale affinché si arrivi alla risoluzione del problema facendo sì che il canone demaniale venga devoluto interamente agli enti locali perché così facendo, e dando alle amministrazioni locali quei 2 milioni che non mi sembrano poca cosa, si permetterebbe loro di attrezzare le spiagge libere, prevedere il salvamento, gestirle e garantire la pulizia e la manutenzione in caso di mareggiate, e in questo modo permettere la manutenzione delle spiagge libere”.
“Nella prossima finanziaria – dice ancora Padovano - il governo potrebbe così attuare questa modifica e delegare la gestione delle spiagge libere ai Comuni. Per questo rinnovo l’appello all’Anci affinché si faccia portavoce di questa proprietà per far aprire un tavolo tecnico nell’ambito dell’Anci nazionale anche perché diversi comuni costieri hanno già espresso parere favorevole per poter acquisire una quota almeno dell’80 per cento di canone e del 20 per cento ancora allo Stato. Prima la gestione demaniale era demandata ai ministeri ed era giusto che il canone andasse allo Stato centrale. Oggi che la competenza è dell’amministrazione locale – torna a dire - è giusto che i fondi vadano in larga parte ai Comuni costieri in proporzione alle concessioni che ogni comune ha sul proprio territorio. In questo modo sarà possibile fare una ricognizione delle concessioni anche perché così facendo si seguirebbe il modello delle autorità portuali che percepiscono i canoni demaniali dei porti, utilizzando i fondi per la gestione dei porti. Un pensiero che è condiviso con il presidente nazionale della Sib Antonio Capacchione”.