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Martedì, 23 Aprile 2024
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L'associazione "Non vogliamo encomi" sulla sede della Regione nell'area di risulta: "Decidano i pescaresi con un referendum"

Continua a far discutere la scelta dell'amministrazione comunale di Pescara di destinare parte dell'area centrale della città alla costruzione della nuova sede della Regione Abruzzo

«La decisione sulla destinazione dell'area di risulta e sulla sede della Regione Abruzzo al suo interno ai pescaresi per mezzo di un referendum».
È quanto chiede l'avvocato Fabrizio Piscione, presidente dell'associazione "Non vogliamo encomi".

Già nei mesi scorsi il consigliere comunale Carlo Costantini aveva avviato una raccolta firme allo scopo di arrivare a una consultazione popolare sul tema.

«Riteniamo opportuno ribadire la nostra idea e la nostra proposta circa la destinazione delle aree di risulta della ex stazione ferroviaria», dice Piscione, «all’annosa questione l’amministrazione comunale della Ccttà di Pescara ha annunciato la propria soluzione ai pescaresi. A dispetto del pomposo annuncio non abbiamo notato reazioni di giubilo in città e, men che meno, all’interno della maggioranza che sostiene l’amministrazione. Forse perché la soluzione scelta non porta nessun vantaggio ai pescaresi? Quale che sia il motivo del non riscontrato entusiasmo dei cittadini, non può essere dimenticato e non può non essere considerato, in ogni proposta che miri a dare una soluzione seria sul destino delle aree di risulta, il dato di fatto che dopo 30 anni la città si è abituata a quei parcheggi».

Piscione prosegue così: «L’eliminazione di gran parte di essi comporterebbe l’eliminazione di consuetudini radicate nella città con l’insorgenza di ovvie ripercussioni per la viabilità e la vivibilità del centro, anche commerciale, cittadino. La costruzione nelle aree di risulta di una sede regionale, a parte che urbanisticamente inappropriata, avrà il risultato di congestionare il centro cittadino, con intuibili ricadute anche di carattere ambientale. Noi ricordiamo con nostalgia il tempo in cui, poco meno di trenta anni fa, la città di Pescara venne tappezzata con manifesti raffiguranti un fotomontaggio che ritraeva la facciata della “nuova” stazione ferroviaria con l’immagine di un sottostante bosco e la frase “la città che vogliamo”. Ecco la nostra proposta per la nostra città che vogliamo è proprio questa: verde pubblico attrezzato (un bosco al centro della città), parcheggi anche con strutture (interrati o con silos), un edificio di coesione sociale che per caratteristiche architettoniche diventi uno dei simboli della città, magari indicendo un concorso di idee con la facoltà di Architettura. Questa è la nostra idea, ma riteniamo che la via più giusta sarebbe quella indire un referendum per far decidere ai Pescaresi il destino di quella area strategica per il futuro della città. Se c’è proprio bisogno di una nuova sede della Regione, perché non progettarla in periferia, così come era già stato deciso qualche anno fa su un sito nei pressi dell’aeroporto? Magari sulle aree attigue al “ferro di Cavallo” a Rancitelli? Questa sì sarebbe una soluzione che denoterebbe la volontà di riscattare quella zona dal degrado e unirla, come è giusto che sia, finalmente al resto della città».

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