"Scontata" per Italia Nostra la cessione alla Regione di parte dell'area di risulta: "Negato alla città un luogo di vivibilità"
Per l'associazione che già da qualche mese ha fatto ricorso al Tar contro il progetto, quella scritta in consiglio comunale è stata una "brutta pagina" e a firmarla sono stati, afferma, i consiglieri di maggioranza
Una ratifica “scontata”, ma che per il direttivo della sezione Italia Nostra di Pescara è stata scritta nel modo peggiore negando alla città “quel riscatto di vivibilità che le era dovuto da oltre trent'anni: un parco centrale di 13 ettari portatore di benefici essenziali per tutti, com permeabilità, qualità dell'aria, frescura, socialità, servizi culturali, momenti di aggregazione, rivalutazione economica”.
La critica mai mancata è al “sì” del consiglio comunale alla ratifica dell'Accordo di programma con cui l'amministrazione ha definitivamente ceduto parte dell'area di risulta alla Regione per la costruzione della sede unica della Regione. Il voto è arrivato in extremis e cioè all'una del mattino della seduta di venerdì 10 giugno incassando 20 voti a favore e 7 contro.
Se per il sindaco Carlo Masci tutte le polemiche sollevatesi dopo la seduta deserta del lunedì precedenti sono state spazzate via dalla compattezza dimostrata dalla maggioranza, per Italia Nostra proprio il fatto che il sindaco avrebbe “redarguito” gli assenti “sulle ricadute personale delle loro carriere politiche nel caso di una seconda defaillance” fanno della pagina scritta in consiglio comunale una brutta pagina della politica locale.
“Nonostante l’appello di Italia Nostra a dare visibilità politica al dissenso manifestato in quell'occasione recuperando pienamente il mandato di rappresentanza dei cittadini elettori, i consiglieri hanno dimenticato che 'nessuno ha il diritto di obbedire' come ha detto una grande filosofa della libertà”, aggiunge l'associazione riferendosi alla frase attribuita ad Hannah Arendt.
“Una ratifica senza discussione con il 90 per cento degli emendamenti giudicati non pertinenti e quindi cassati, su un accordo di programma mai discusso in consiglio comunale e mai aperto alla partecipazione, forse per oscurare al confronto le troppe sottrazioni verso la città di Pescara e i suoi cittadini”, incalza Italia Nostra ribadendo che “la Regione con questo accordo avrà praticamente carta bianca sull’ettaro che le viene donato. In cambio non ci sono certezze, nessun dettaglio definito, né finanziario né funzionale; sono certi solo gli effetti negativi sull’area centrale”.
“Una cosa ora è a chiara ai cittadini: che la maggioranza o perché sotto scacco o perché distratta, ha ipotecato la zona più preziosa della città, negandole quel riscatto di vivibilità che le era dovuto da oltre trent'anni”, conclude l'associazione promettendo di continuare la sua battaglia che già da qualche mese si è spostata al Tar (Tribunale amministrativo regionale) cui si è rivolto per tentare di fermare il progetto.